di Federico Minelli
Spesso i calciatori non riescono a gestire fama e soldi a fine carriera, ma c’è anche chi, ancora in attività, non ha saputo resistere alle tentazioni di droga e alcool, scivolando in tunnel molto pericolosi. È il caso di Flavio Donizete, ex calciatore brasiliano che si è raccontato senza veli a Globoesporte, parlando di dipendenze e della sua medaglia, vinta con il San Paolo in finale di Coppa del Mondo per club contro il Liverpool di Benitez, nel 2005.
Donizete: “La droga era tutto per me”
L’ex difensore, però, non ha tenuto quel cimelio a lungo: “L’ho venduta per comprarmi la droga, per 7000 reais (1160 euro circa). E quando l’ho venduta, ho sprecato tutto il ricavato in cocaina. La prima consegna è stata di 1000 reais, l’ho finita in due giorni. Più soldi avevo, più droga cercavo” – racconta Donizete.
“All’inizio la assumevo con moderazione, poi ogni risparmio era usato per la droga, non mi permettevo di rimanere senza. Mattina, pomeriggio e sera, dovevo sempre prenderla. Una volta che sono diventato dipendente dalla cocaina, ho perso tutto il resto. Tutto, tranne mia moglie, le mie figlie e la mia famiglia, che sono ancora con me nonostante tutto” – conclude.
Un mix pericoloso
Donizete ha poi continuato, senza nascondere alcun retroscena: “Gli amici mi dicevano ‘sniffa’, io sniffavo e in quel momento gli effetti dell’alcol svanivano. Ogni giorno uscivo e pensavo ‘Posso bere quanto voglio, perché quando mi faccio di cocaina l’effetto sparisce subito’. E quindi andavo a cercare entrambe le cose: ci sono stati momenti in cui ho preso cocaina ogni giorno. Ma l’alcol mi ha fatto prendere peso, mi sono infortunato al ginocchio e non potevo correre. Senza dimenticare la cocaina. Quindi mi sono detto ‘Ok, basta’, e ho smesso di giocare”.
Il “lieto fine” della storia di Donizete
Oggi l’ex giocatore si è finalmente disintossicato, ha 38 anni e di lavoro fa il giardiniere, con l’amore della sua famiglia a supportarlo. A dirla tutta, grazie all’intervento del quotidiano portoghese Record, il brasiliano ha recuperato la sua medaglia, che sicuramente gli servirà da monito per il futuro: “Il mio rimpianto maggiore è aver provato la cocaina. Mi ha distrutto“.
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di Federico Minelli
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