All’interno del corpo di un adulto giovane e di media stazza possiamo trovare oltre 30 trilioni di cellule; queste rappresentano la base fondamentale della vita, non solo perché svolgono tutte quelle funzioni che garantiscono la sopravvivenza dell’individuo, ma anche e soprattutto perché nel loro nucleo è presente il DNA.
Acido desossiribonucleico; quello che sembra essere uno scioglilingua, nasconde in realtà le informazioni necessarie alla vita. Ripercorriamo quindi la storia della struttura del DNA, di cui oggi, 28 febbraio 2023, si celebrano i 70 anni dalla scoperta!
La struttura del DNA è una delle immagini più famose quando si parla di biologia, presente in tutti i libri di testo scolastici fino all’università. La ben nota doppia elica, che noi oggi consideriamo scontata, rappresentò tuttavia una vera e propria rivoluzione copernicana, dando il via a degli studi che continuano ancora oggi, con risultati sempre più stupefacenti.
Siamo negli anni ’50, nella prestigiosa King’s College di Londra; i due ricercatori Rosalind Franklin e Maurice Wilkins erano stati incaricati di svolgere degli esperimenti sul DNA, allo scopo di carpire qualche informazione sulla sua struttura. Nello stesso periodo, a Cambridge, il 23enne James D. Watson e Francis Crick si misero al lavoro insieme, allo scopo di riunire tutti quei risultati scientifici che si erano ottenuti fino a quel momento.
In quella che a posteriori sembrava essere una forma di competizione tra la King’s College e Cambridge, a spuntarla fu il duo Watson e Crick. Questi ultimi, infatti, non fecero mai un singolo esperimento, che stavano rallentando di molto i lavori della Franklin e di Wilkins, riuscendo tuttavia a riunire tutte quelle informazioni sparse in un unico e convincente modello. Watson e Crick, unendo le loro menti e sfruttando parte delle documentazioni non confidenziali della Franklin, arrivarono quindi a teorizzare la forma a doppia elica che noi oggi ben conosciamo del DNA.
La conferma definitiva della teoria a doppia elica ci fu solamente con la famosa “fotografia 51“, una foto di diffrazione dei raggi X realizzata dal team di cui faceva parte la Franklin; questa foto, tuttavia, venne mostrata segretamente a Watson a insaputa della Franklin.
Il duo di Cambridge ottenne quindi la prova definitiva della loro tesi, con il conseguente conferimento del premio Nobel per la medicina nel 1962. Questa dinamica mette in luce una certa scorrettezza da parte di Watson e Crick, i quali non diedero una parte dei meriti alla Franklin, almeno fino al 1968, quando Watson raccontò tutti i retroscena nel suo romanzo autobiografico.
A posteriori, conoscendo tutta la storia, possiamo senz’altro ritenere fondamentali sia i lavori della Franklin che di Watson e Crick, che permisero una delle scoperte più importanti del XX secolo.
Se alle superiori avete odiato studiare la struttura del DNA, almeno adesso sapete contro chi prendervela!
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