Aurelio De Laurentiis (@Shutterstock)
I PM della Procura di Roma hanno ufficialmente inserito il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, nel registro degli indagati con l’accusa di falso in bilancio. Questo procedimento giudiziario è connesso alle presunte plusvalenze fittizie relative all’acquisizione di Victor Osimhen dal Lille, avvenuta nel 2020. Vediamo i dettagli della notizia…
Come riportato dall’ANSA, il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, è stato iscritto nel registro degli indagati per falso in bilancio. Quello dei PM della Procura di Roma, come riporta l’agenzia, è un atto dovuto dopo il trasferimento dell’indagine nella capitale e la conseguente trasmissione degli atti dai PM partenopei a quelli capitolini.
Il procedimento è legato alla cosiddetta “Operazione Osimhen”. Gli eventi risalgono al 2020, quando l’attaccante nigeriano fu acquistato dal Napoli per una valutazione complessiva di 71 milioni di euro, versati nelle casse del Lille. L’operazione, la più costosa della storia degli Azzurri, comprendeva una parte di 50 milioni di euro pagabili in maniera dilazionata, e circa 21 milioni di euro corrispondenti alla valutazione di quattro ex giocatori del Napoli. Si tratta di Karnezis, portiere ritiratosi lo scorso anno, e i giovani Liguori, Palmieri e Manzi.
L’indagine si concentra in particolar modo sulla valutazione di questi ultimi tre calciatori che non avevano mai calcato i campi della Serie A e che non hanno mai giocato nel Lille. Basti pensare che i tre giovani sopracitati giocano oggi tra Serie C ed Eccellenza. I PM Vincenzo Piscitelli e Francesco De Falco affermano che si tratta di “un’operazione in parte oggettivamente inesistente” per un importo di 21.250.000 euro. Le plusvalenze fittizie ammonterebbero complessivamente a 19.947.363 euro.
Per questo motivo, lo scorso giugno, Aurelio De Laurentiis, sua moglie Jacqueline Baudit, suo figlio Edoardo e sua figlia Valentina erano stati iscritti nel registro degli indagati a Napoli con l’accusa di falso in bilancio e dichiarazione fraudolenta. La seconda ipotesi di reato è stata scartata poiché non si sarebbe verificata alcuna evasione dell’IVA. Come detto rimane però valida l’accusa di falso in bilancio e dunque non ci resta che attendere l’evoluzione delle indagini.
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