Il continuo aumentare del peso delle bollette ha fatto pensare a molti di effettuare un’inversione a U in tema di riscaldamento. Nonostante il prezzo di tutte le materie prime sia notevolmente aumentato, infatti, la principale alternativa al gas rimane il classico metodo di riscaldamento a legna; ma in alcune regioni ci sono stringenti limiti per evitare che questi vecchi impianti inquinino troppo.
Il caro bollette rimane il problema più impellente da risolvere per gli italiani, soprattutto con l’imminente avvento dell’inverno e la necessità di riscaldare la propria abitazione. Molti, infatti, con il continuo aumentare dei prezzi del gas, hanno pensato ad un vero e proprio “ritorno di fiamma” del buon vecchio riscaldamento a legna.
In questo caso, però, bisogna prestare molta attenzione perché in alcune zone d’Italia si rischia di incorrere in multe salate, che potrebbero arrivare fino a 5mila euro. In prima fila spicca la Lombardia, che punisce l’utilizzo dei vecchi impianti di riscaldamento non a norma con le sanzioni più alte d’Italia. Qui il divieto è in vigore dal 1° gennaio 2020 e riguarda l’utilizzo di stufe e camini a legna con emissioni superiori a quelle consentite; in definitiva, è obbligatorio che questi generatori di calore abbiano almeno 4 stelle.
La Lombardia, però, non è la sola regione ad aver intrapreso la strada dell’incondizionata tutela ambientale. Anche in Veneto, infatti, ci sono numerosi vincoli in vigore dal 2017: qui però il divieto riguarda l’utilizzo di generatori di calore con classe di prestazione emissiva inferiore a 3 stelle e, per quanto riguarda l’installazione, di generatori inferiori alle 4 stelle.
In Piemonte sono presenti vincoli determinati da una legge del 2018. Questi vietano l’installazione e l’utilizzo di generatori di calore a legna con una potenza nominale inferiore a 35 kW e con una classe di prestazione emissiva inferiore alle 4 stelle. In Emilia-Romagna, invece, vige il divieto di utilizzo di fonti di calore a legna o a pellet soltanto per gli impianti di classe 1 e 2 stelle, installati per uso domestico in abitazioni in cui sia presente un sistema alternativo di riscaldamento; questi, però, devono essere situati al di sotto dei 300 metri di altitudine o in un comune oggetto di infrazione per la qualità dell’aria. Attenzione, quindi, anche alle stangate delle multe oltre a quelle delle bollette.
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