di Enea Bacciocchi
Può capitare che tra conoscenti sorgano delle discussioni, per i motivi più diversi. Ma questa volta, la notizia ha dell’incredibile, se consideriamo il motivo che aleggia attorno al dissapore: si tratta di Paperino!
Grazie alla ricostruzione de “Il Corriere della Sera“, torniamo nel lontano 2013, in cui ha inizio una serie di sfortunati eventi per un uomo “burlone”. Ormai nove anni fa, un operaio cremonese, per scherzo, abbonò il suo amico alla rivista fumettistica Disney313, dedicata a Paperino e alla sua storica auto con la targa 313. A sua insaputa, l’amico ricevette il primo numero della serie di fumetti e il sollecito di pagamento. Convinto fosse una truffa o uno scherzo di cattivo gusto, si affrettò a sporgere denuncia contro ignoti, fino a che il protagonista della storia non uscì allo scoperto.
L’operaio risarcì quindi l’amico con 1000 euro per scusarsi del fastidio, ma ormai era troppo tardi: la denuncia era partita, così come il procedimento per sostituzione di persona.
Paperino “combina guai”: cosa è costato al ragazzo lo “scherzetto”
Dopo i 1000 euro di risarcimento, sono stati versati altri 600 euro di spese legali per l’ex amico, ed è stato raggiunto un accordo per il patteggiamento di 3 mesi di reclusione per l’operaio. La beffa vera però, è arrivata alla richiesta di un legale d’ufficio: per ottenere il patrocinio gratuito, quest’ultimo ha dovuto compilare un’autocertificazione.
Lo sfortunato protagonista aveva segnalato però, solo due dei suoi tre lavori. Risultato? Con tre lavori a carico, non avrebbe avuto i requisiti per una difesa fornita dallo Stato, e quindi, ecco un nuovo capo nuova accusa: la falsificazione di autocertificazione. L’uomo è stato così condannato a 10 mesi di reclusione, e non potendo sfruttare la condizionale per via della prima condanna, ha dovuto sostenere 10 mesi di lavori socialmente utili. Una storia triste, durata quasi 10 anni, solo per un fumetto…
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