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Covid, nuovo regolamento per la Serie A sui focolai

di Redazione NCI

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Dall’inizio della pandemia di Covid-19 il calcio si è dovuto adattare in tutti i modi. Prima la sospensione dei campionati, poi le partite a porte chiuse, i tamponi fatti ogni due giorni ai giocatori e ora si parla anche di vaccino obbligatorio per i professionisti.

Le situazioni dei focolai all’interno di una rosa non sono però mai state amministrate con la giusta cautela: anche in presenza di molti positivi, la tendenza era quella di far giocare le gare. Ecco perché le Asl stanno per varare il nuovo regolamento valido per calcio, basket e pallavolo. Il documento, realizzato su iniziativa del governo, è stato approvato dal Coni e dalla Federazione Medico-Sportiva, e presto diventerà ufficiale per il Ministero della Salute, come riporta la Gazzetta dello Sport.

Covid

il Ministro della Salute, Roberto Speranza.

Quarantena soft e limite di casi per bloccare l’ondata Covid

In primis, il nuovo regolamento ribadisce la validità delle quarantene soft per i contatti stretti dei positivi: possono regolarmente allenarsi e giocare. Una svolta importante perché aiuta a gestire tante situazioni di dubbio che si sono create con la nuova ondata.

Il cambiamento maggiore però è quello contenuto nella seconda parte del documento. Viene fissata un’asticella del 35% che indica il numero minimo di positivi necessari per rinviare una partita. In una rosa di 33-34 giocatori, il 35% corrisponde a 12. Ciò vuol dire che con 11 positivi la partita sarebbe comunque da disputare, con 12 no. Questo creerà sicuramente tanto scalpore in situazioni limite, ma per lo meno garantirà un metro oggettivo e uguale per tutti sulla gestione del Covid.

Le differenze col vecchio protocollo della Lega

Il nuovo regolamento, tra tutte le novità, impedisce alle società di convocare i giocatori della Primavera per risolvere le situazioni di focolai Covid. Infatti nella disposizione del governo è specificatamente proibito di convocare giocatori dalle giovanili se i casi di Covid-19 superano il 35% della rosa del gruppo squadra. La partita si rinvia e non c’è possibilità di giocarla.

Queste limitazioni non sono tanto un disturbo alla libera organizzazione del sistema, quanto delle misure restrittive di carattere sanitario, nate dalla conferenza Stato-Regioni, volte a dare un metro di giudizio oggettivo e coerente nella gestione dei focolai.

Le società si riuniranno domani per rimodulare il protocollo della Lega sulla base di questi principi.

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di Alessandro Colepio

 

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