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Covid, giornata nazionale per le vittime: perché è giusto ricordare

di Antonio Stiuso

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A distanza di due anni dall’inizio dell’incubo pandemia ci accingiamo a raggiungerne, forse, finalmente la fine. Il 31 marzo è la data in cui è prevista la fine dello stato di emergenza, ma, nonostante questo, è importante tenere vivo il ricordo. Per questo, oggi, ricade la giornata nazionale per le vittime del covid.

Un giorno per ricordare le vittime del Covid

Sono passati due anni dall’inizio della pandemia causata dal Covid. Due anni che sembrano un’eternità, perché passati tra isolamenti, tamponi, mascherine e distanziamento. Gli anni più bui del nostro recente passato si avvicinano alla fine, e finalmente riesce a vedersi la tanto agognata luce in fondo al tunnel.

Ma il mondo come lo conoscevamo è stato totalmente stravolto, così come le vite di molti. Per questo, nonostante siamo vicini alla fine dello stato di emergenza dovuto alla pandemia e le misure di contenimento vengano sempre meno, è importante tenere vivo nella nostra mente il ricordo di ciò che è stato. Non si possono dimenticare i medici e infermieri scesi in corsia a combattere in prima linea senza dispositivi di protezione, così come le numerose vittime che hanno perso la loro battaglia contro il virus. Questo è lo scopo della giornata nazionale per le vittime del Covid. Il 18 marzo, infatti, è il giorno in cui i mezzi militari trasportavano le numerose vittime del virus a Bergamo.

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Mattarella (@Shutterstock)

Mattarella per la memoria

Oggi, in questa particolare occasione, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha tenuto un discorso per ricordare tutte le persone che ormai non sono più tra noi a causa del virus. “In questa giornata simbolica che il Parlamento ha scelto di istituire, abbiamo l’occasione per ricordare i tanti che non ci sono più e, insieme, l’apporto di quanti hanno contribuito alla salvaguardia della salute collettiva, al funzionamento dei servizi essenziali. Scienziati e ricercatori, medici, infermieri, personale sanitario, pubblici amministratori, donne e uomini della Protezione civile, militari e forze dell’ordine, volontari, hanno costituito un caposaldo su cui abbiamo potuto contare. A tutti loro va la nostra gratitudine”.

Al discorso di Mattarella sono seguite anche le dichiarazioni del Presidente della Camera, Roberto Fico, che, intervenuto a Bergamo per ricordare le vittime del Covid, ha dichiarato: “Ognuno ha fatto la sua parte, a partire dai sanitari, soprattutto per proteggere i più deboli. Qui è stata cancellata una generazione, le radici di tutti noi. Oggi è il momento del nostro dolore, ma serve avere la forza di non dimenticare e le capacità di far sì che quello che è successo non sia stato invano. È oggi giusto parlare dei limiti che ci sono stati e di cosa non ha funzionato per ripensare la sanità”.

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di Antonio Stiuso

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