Attualità

Covid, clienti in fuga dall’Ikea in Cina per evitare la quarantena

Shanghai – Una folla prende d’assalto le porte del negozio Ikea, non per i saldi di fine stagione, ma per evitare la quarantena. Decine di persone hanno infatti provato a fuggire dopo che le autorità avevano ordinato la “chiusura lampo” del negozio. Il motivo? Un contatto stretto di un positivo al Covid-19.

Politica zero Covid

Abbiamo già parlato in un articolo della politica zero Covid attuata dalla Cina per contrastare l’avanzata della variante Omicron. All’inizio dell’anno, infatti, Shanghai è ritornata al lockdown per due mesi; questo ha provocato malcontento e disagio nella popolazione che aveva segnalato anche difficoltà nel reperire beni di prima necessità.

Nonostante i tentativi di ritorno alla normalità, infatti, in Cina la paura per il Covid-19 rischia di compromettere il normale scorrere della vita quotidiana; l’obiettivo zero contagi, ricercato al fine di evitare nuovi focolai, rischia di generare casi di psicosi da non sottovalutare. È proprio quello che è avvenuto in un negozio Ikea a Shangai proprio a causa della rigida politica del governo cinese, che ha disposto “chiusure lampo” delle aree in cui ci sono casi positivi o contatti stretti.

Fuga dall’Ikea

Come testimoniato da alcuni video circolati in rete e diffusi dalla CNN, una folla in panico si è diretta verso le vie d’uscita di un negozio Ikea, dopo che le autorità sanitarie avevano disposto la “chiusura lampo” dello store a seguito dell’individuazione di un contatto stretto ad un soggetto positivo al Covid-19. Decine di persone hanno così cercato di fuggire prima della chiusura delle porte urlando e spingendosi a vicenda, proprio per evitare la quarantena a cui si è obbligati in questi casi.

Come ha annunciato il vicedirettore della Commissione sanitaria di Shanghai, Zhao Dandan, la chiusura lampo del negozio era necessaria perché il contatto stretto di un bambino di sei anni risultato positivo al Covid-19 si era recato nello store. Per i clienti presenti al suo interno è stata, quindi, disposta una quarantena di due giorni in una struttura governativa al quale dovranno seguire cinque giorni di sorveglianza sanitaria. Premesso che è giusto non abbassare la guardia nei confronti di un virus che ha messo in ginocchio il mondo intero, non resta che capire cosa metta a repentaglio di più la vita come la conosciamo, il Covid o le psicosi estreme scaturite da quest’ultimo.

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Antonio Stiuso

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