di Sofia Monti
La medicina non smette mai di stupirci e continua a fare enormi passi avanti. L’ultima notizia è quella dei primi test effettuati su 20 pazienti che hanno potuto recuperare la propria vista grazie a una nuova cornea artificiale.
Cornea artificiale: creata dalla pelle di maiale
La nuova cornea artificiale che ha fatto rinascere moltissimi pazienti è a base di collagene ricavato dalla pelle di maiale. I ricercatori svedesi della Linköping University e dell’azienda LinkoCare Life Sciences sono gli artefici di questo grande passo in avanti della medicina. I grandi risultati della sperimentazione sono stati pubblicati su Nature Biotechnology.
Diversi pazienti si sono già sottoposti a questo innovativo trapianto e i medici ritengono gli esiti più che soddisfacenti. Fino ad oggi questa operazione è stata effettuata 20 pazienti affetti dal cheratocono, una malattia degenerativa della cornea, di cui 14 erano stati anche dichiarati legalmente ciechi. I medici e i ricercatori lo ritengono un trattamento alternativo ai pazienti con cecità totale o parziale e potrebbe essere risolutivo anche per chi ha problemi di ipovisione. Sky Tg24 ha riportato le parole di Neil Lagali, colui che ha guidato il team di ricerca: “Abbiamo realizzato un biomateriale che soddisfa tutti criteri per essere impiegato negli impianti umani, per essere prodotto in serie e conservato fino a due anni. Queste caratteristiche ci permettono di superare i limiti derivanti dalla carenza di donatori“.
Una nuova prospettiva per chi ha problemi alla vista
Grazie a questa cornea artificiale, si potranno curare più pazienti possibili senza che essi debbano attendere mesi, se non anni, prima di trovare un donatore. Infatti, secondo le stime solo un paziente su 70 tra chi ne ha bisogno riceve un trapianto di cornea. Il nuovo dispositivo medico è stato prima impiantato sui suini e, successivamente, anche sui primi pazienti provenienti per lo più da Iran e India, zone note per la mancanza di donatori di cornee. Questa cornea artificiale si presta bene sia a operazioni effettuate con il laser che a operazioni eseguite a mano con semplici strumenti chirurgici. I pazienti non hanno avuto alcuna complicazione e il tessuto è guarito velocemente. Per prevenire il rischio di rigetto è sufficiente la somministrazione di colliri immunosoppressori per otto settimane.
Le ricerche in merito a questo campo non si fermano e i medici continueranno a studiare per poter applicare questo metodo anche nella cura di altre malattie dell’occhio.
Per rimanere sempre aggiornato sulle news provenienti da tutto il mondo continua a seguirci su Nasce, Cresce, Ignora.
Se ti è piaciuto questo articolo potrebbe interessarti anche:
- Il corpo umano ha una “scadenza”? Per un team di ricerca sì
- Tumori: nuovo algoritmo prevede quali cellule si ammaleranno
© RIPRODUZIONE RISERVATA