Corea del Nord (@(Shutterstock)
Conosciamo poco o nulla di cosa succede in Corea del Nord. Lo Stato, che se secondo la sua Costituzione è uno stato socialista, è in pratica una dittatura totalitaria, guidata da Kim Yong-un e dalla sua famiglia. Nonostante le notizie che trapelano dalla Corea del Nord siano pochissime, conosciamo alcune delle “strane” leggi approvate dal leader supremo dello Stato. Per citarne qualcuna, esiste il divieto di indossare abiti “stranieri”, oppure il divieto per alcuni tagli di capelli, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Da pochi giorni, però, il leader nordcoreano avrebbe varato una nuova legge, che coinvolgerebbe sua figlia.
Kim Jong-un (@Shutterstock)
Da adesso è proibito chiamarsi come la figlia di Kim Jong-un, Ju Ae. A riportare la notizia è Radio Free Asia, che ha citato alcuni fonti rimaste anonime. Le autorità della Corea del Nord starebbero costringendo tutte le donne, ragazze e bambine che si chiamano Ju Ae, a cambiare nome, modificando anche il loro certificato di nascita.
Come spiega la fonte, il nome spetterebbe solo a personalità di “altissima dignità”, sempre se il leader è d’accordo. I primi provvedimenti in questione, sarebbero stati presi dalle autorità locali di alcune città, tra cui Pyongsong, uno dei centri principali del Paese.
Il nome intero della figlia di Kim Jong-un è Kim Ju Ae, 10 anni e unica dei 3 figli del leader del Paese, ad essere apparsa in pubblico. La prima apparizione pubblica risale allo scorso novembre, quando accompagnò il padre durante uno tanti test di lancio di missili balistici.
Detto dell’ultima trovata del leader nordcoreano, possiamo citare altri provvedimenti “strani” attualmente in vigore nel Paese. Tra questi c’è il divieto di toccare i manifesti di propaganda, si può fotografarli, ma per intero, senza tralasciare nemmeno un capello.
Tra le leggi più assurde troviamo il divieto di piegare qualsiasi foto o giornale in cui c’è l’immagine di Kim Yong-un, non può nemmeno essere gettato per terra. Banditi anche i piercing e gli orecchini, considerati simbolo dello “stile di vita capitalista occidentale”.
Per ultimo possiamo citare il provvedimento di Kim Yong-un contro qualsiasi materiale multimediale “straniero”. Chiunque viene sorpreso con film, serie tv, canzoni ecc, proveniente soprattutto da Giappone, Corea del Sud e Stati Uniti, rischia addirittura la condanna a morte.
Se avete intenzione di visitare la Corea del Nord, fate attenzione a cosa dite o fate, potreste pentirvene per il resto della vostra vita.
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