A seguito dell’invasione e dei molteplici attacchi sferrati dalla Russia ai danni dell’Ucraina, tutti i Paesi del Mondo, salvo qualche eccezione, stanno applicando una serie di sanzioni all’aggressore. Anche Paesi storicamente neutrali, come la Svizzera, si stanno allineando in difesa del popolo ucraino. Tuttavia, alcune di queste misure non vanno ad attaccare i veri colpevoli, bensì il suo popolo. Il risultato è una specie di “ghettizzazione“ ai danni di persone che non hanno nulla a che fare con le azioni dello Stato da cui provengono.
Gli studenti russi starebbero venendo espulsi dalle principali scuole europee; lo ha affermato il difensore civico dei diritti umani nella Federazione Russa Tatiana Moskalkova, attraverso un post sul suo profilo Instagram:
“Il ministero ha adottato misure senza precedenti per proteggere i diritti degli studenti russi che vengono espulsi dalle università francesi, ceche, belghe e di altri Paesi europei a causa della situazione in Ucraina“.
Questo è quanto emerso dopo l’incontro della Moskalkova con il Ministro dell’Istruzione Valery Falkov, durante il quale si è discusso sulla tutela dei diritti degli studenti russi.
Non si tratta però dell’unico caso che vede i cittadini russi subire le conseguenze della propria nazionalità. Anche nello sport e in competizioni di alto livello, ritroviamo le medesime ingiustizie. Il Comitato Olimpico Internazionale ha preso la decisione di escludere dalle competizioni tutti gli atleti russi. La motivazione dichiarata è per “proteggere l’integrità delle competizioni sportive globali e per la sicurezza di tutti i partecipanti“.
Anche nel calcio e nel basket si prendono misure drastiche contro le squadre di nazionalità russa. La FIFA e la UEFA hanno annunciato, tramite un comunicato ufficiale, la sospensione di tutte le squadre russe dalle loro competizioni, oltre che della Nazionale dal Mondiale in Qatar. Stesso esito ha avuto la decisione dell’Eurolega per il basket: i club russi sono stati sospesi.
La chiusura non si limita alle sole scuole o allo sport. Seppur di minor rilievo rispetto ai casi precedenti, anche nel mondo virtuale si fanno sentire le conseguenze del conflitto. Già nei giorni scorsi, il sito web di video per adulti PornHub aveva interrotto le visite da parte di profili russi; oggi sono arrivate anche le chiusure di Twitch e OnlyFans.
In questi ultimi casi, le conseguenze dello stop avranno ripercussioni non tanto sugli spettatori ma sui creator. Il divieto per i visitatori, infatti, potrebbe essere facilmente raggirabile connettendosi ad una VPN diversa da quella russa. Tuttavia, per i creator sulle piattaforme non è così semplice. Questi, infatti, non potranno più ricevere pagamenti a causa delle sanzioni imposte alle Banche del Paese. Lo stesso limite sarà imposto, per esempio, anche a PayPal.
La guerra in Ucraina e le azioni militari portate avanti da Vladimir Putin sono da condannare per la loro brutalità; le sanzioni economiche e politiche imposte dalla comunità internazionale sono invece giustificate dal movente: porre fine alla guerra. Tuttavia, non sono accettabili discriminazioni di questo tipo nei confronti di chi, come tutti, non ha scelto dove nascere.
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di Gianmichele Trotta
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