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Condizionatori, la stretta del Governo dal primo maggio

di Enrico Tiberio Romano

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Da maggio al via “l’operazione termostato”. Il piano del governo Draghi per tagliare i consumi di elettricità e gas. Fino al 31 marzo del prossimo anno, l’obiettivo è risparmiare abbassando la temperatura negli edifici pubblici in una prima fase e riducendo l’uso dei condizionatori, così da arginare le spese vista la delicata situazione diplomatica con la Russia.

Condizionatori, dal 1° maggio non meno di 25 gradi

Il dubbio principale in merito alla notizia sulla stretta è quello relativo ai controlli, chi sarà il responsabile? In che modo avverranno?Dove avverranno?

Come riportato da Il Corriere Della Sera,  in Commissione Ambiente e attività produttive è stato approvato un emendamento del M5S al decreto Energia che impone una stretta su termosifoni e condizionatori delle pubbliche amministrazioni e delle scuole.

Draghi

Draghi (@Shutterstock)

In caso di violazione delle norme sono previste multe che vanno dai 500 ai 3 mila euro i controlli andrebbero fatti di immobile in immobile. Il che è complesso per la pubblica amministrazione e ancor di più se la misura dovesse essere estesa alle aziende e alle case degli italiani.

Quella di estendere la misura al settore privato pare essere al momento un’ipotesi complessa, oltre che improbabile e certamente impopolare, proprio per le difficoltà legate ai controlli.

I vantaggi di un operazione del genere sarebbero sicuramente legati ad ottenere una maggior indipendenza dal gas russo anche se la stragrande maggioranza del consumo dell’energia oggi viene utilizzato da industria, servizi e trasporti. Insieme alla stretta per ridurre i consumi, sempre Il Corriere riporta che il governo stia pensando di ridurre l’illuminazione pubblica. Meno lampioni accesi o accesi per meno ore negli spazi comuni.

Nei prossimi mesi pare ragionevole aspettarsi, quindi, ulteriori strette sui consumi energetici, a partire dai condizionatori nel settore pubblico,  si potrebbe arrivare a limitazioni nel privato e nelle case degli Italiani. Non era però forse il caso di pensarci prima di diventare russo-dipendenti?

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