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Cobra nella cabina di pilotaggio, pilota-eroe costretto all’atterraggio d’emergenza

di Federica Caiafa

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Trovarsi di fronte un Cobra del Sudafrica non è mai una bella esperienza. Se ciò avviene su un aereo che sta trasportando 4 persone da Bloemfontein a Pretoria, in Sudafrica, e il protagonista di tale incontro è il pilota, i risultati possono essere anche catastrofici. Ma non, a quanto pare, se questo pilota è Rudolph Erasmus, che, visto l’animale, ha comunque mantenuto il sangue freddo necessario per effettuare un atterraggio d’emergenza.

Incontro con un cobra africano a 3300m di altezza, la storia di Rudolph Erasmus

L’aereo viaggiava, come riportato dalla BBC, a 3300m di altezza, da Bloemfontein a Pretoria, con sopra il pilota e 4 passeggeri. O meglio, i passeggeri erano 5: quattro umani e uno animale, indesiderato. Quest’ultimo era un cobra del Sudafrica, un serpente il cui morso è letale e può uccidere in 30 minuti.

Il primo a rendersi conto della sua presenza è stato proprio il pilota, Rudolph Erasmus, dopo aver sentito qualcosa di freddo che gli scivolava giù per la schiena. Inizialmente l’uomo ha pensato si trattasse di acqua, caduta in qualche modo dalla sua borraccia, ma, guardando verso sinistra e vedendo il serpente strisciare sotto il sediolino, ha compreso la realtà dei fatti.

A questo punto il pilota ha iniziato la manovra per atterrare, preoccupato principalmente per due cose. Innanzitutto l’uomo temeva che il cobra potesse strisciare fino ai passeggeri, nella zona posteriore dell’aereo; in più non sapeva se fosse il caso di avvertire i passeggeri, per evitare di farli andare nel panico.

Il pilota: “È anche merito dei passeggeri, che sono rimasti calmi”

Erasmus ha deciso di informare i passeggeri: “Ascoltate, il cobra è sotto il mio sediolino, quindi cerchiamo di atterrare il prima possibile”. A differenza della reazione da lui aspettata, il panico, i passeggeri hanno risposto a tale notizia in altro modo: un silenzio tombale.

L’aereo è atterrato nella città di Welkom. Appena toccato terreno i passeggeri sono scesi rapidamente, ma gli ingegneri che hanno poi iniziato a smontare l’aereo, non sono riusciti a ritrovare il serpente.

Per Erasmus il merito per aver evitato conseguenze catastrofiche andrebbe spartito anche con i passeggeri: “È anche merito loro, che sono rimasti calmi”.

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