La Cina sta affrontando la peggiore ondata di Coronavirus dall’inizio della pandemia. Dopo l’allentamento delle severissime restrizioni il Governo cinese è stato travolto dai contagi che stanno devastando il Paese. Particolarmente critica la situazione a Shanghai, la città più grande della Cina.
A determinare la gravità della situazione, ci ha pensato la società britannica di analisi Airfinity. Verso la fine di dicembre, la società ha stimato oltre 9mila morti al giorno in Cina a causa del Coronovirus. Pochi giorni dopo, 4 per l’esattezza, la stima è salita a 14mila. Un balzo in avanti spaventoso, spiegato dalla società sull’elaborazione dei dati diffusi dalle province cinesi prima che le disposizioni cambiassero.
Dall’allentamento delle restrizioni, ad inizio dicembre, Airfinity stima oltre 162mila morti e 28,5 milioni di contagi in Cina. Numeri diversi, e meno credibili, quelli forniti dal Governo cinese, che stima tra i 6 e 15 morti da Covid nell’ultimo mese.
La Cina, infatti, adesso conta tra i deceduti per il virus solamente chi non ha patologie pregresse. Sempre secondo la società britannica, attualmente i contagi giornalieri nel Paese sarebbero oltre i 2 milioni. Una situazione critica, ma che rischia di peggiorare. Di questo passo, a inizio marzo i contagi giornalieri supererebbero i 4 milioni, con una stima di 1,7 milioni di possibili decessi al giorno.
Una situazione che colpisce particolarmente uno dei centri più importanti di tutto lo Stato, Shanghai. Come riportano i media locali, in poco più di un mese circa il 70% dei cittadini avrebbe contratto il virus. Stiamo parlando di 18 milioni di contagiati, a fronte di una popolazione di oltre 26 milioni di persone.
Numeri spaventosi, che, inevitabilmente, hanno portato al collasso delle strutture sanitarie locali. A spiegare la situazione ci ha pensato Chen Ezhen, vicepresidente dell’ospedale Ruijin. Il medico, alla testata cinese “Dajiangdong Studio” del “Quotidiano del popolo“, ha dichiarato: “Ora la diffusione della pandemia a Shanghai è molto estesa. Potrebbe essere stato raggiunto il 70%. Parliamo di 20 o 30 volte i contagi di aprile e maggio. Oltre cento ambulanze arrivano ogni giorno nell’ospedale, oltre metà dei ricoveri riguarda pazienti con più di 65 anni”.
Chen Ezhen ha spiegato che il suo ospedale, da ormai diversi giorni, si contano almeno 1600 ricoveri d’emergenza, il doppio dall’allentamento delle restrizioni, con l’80% dovuti al Covid.
In primavera Shanghai aveva subito un pesante lockdown, quando i contagi erano intorno a 600mila. Numeri diversi adesso, con centinaia di pazienti attaccati a flebo, bombole d’ossigeno, o sottoposti a monitor cardiaci. Molti pazienti, come racconta “L’Agence France-Presse”, vengono addirittura curati sui marciapiedi, fuori dagli ospedali saturi.
Una chiara richiesta d’aiuto, che il Governo cinese, attualmente, non sembra ascoltare. Il problema è da ricercare alla base; la campagna vaccinale è stata portata avanti principalmente per i cittadini in età lavorativa, così da non fermare la produzione, e non verso chi ne aveva realmente bisogno, come gli anziani.
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