Cannabis (@Shutterstock)
L’uso ricreativo della cannabis, ancora oggi, è illegale nella maggior parte del Pianeta. Gli Stati in cui è legale sono pochissimi, Canada, Georgia, Malta, Messico, Sudafrica, Thailandia, Uruguay e in parte degli Stati Uniti. La cannabis è destinata anche ad uso terapeutico e tra le nazioni in cui è legale utilizzarla, solo a questo scopo, troviamo anche l’Italia. Ancora oggi diverse associazioni e partiti politici continuano a chiedere invano la legalizzazione della cannabis, ma un nuovo studio uscito di recente, potrebbe mettere complicare ulteriormente le loro richieste.
Lo studio parte dai ricercatori dell’Università di Stanford in California, che hanno analizzato un’enorme mole di dati. Utilizzando oltre 340 centri statunitensi, gli scienziati hanno esaminato 175mila persone. I ricercatori hanno valutato la possibile correlazione tra l’utilizzo di cannabis all’inizio dello studio e la comparsa di malattie al cuore negli anni successivi.
I risultati ottenuti dimostrano che l’uso quotidiano, e non medico, della marijuana danneggia il cuore. Infatti c’è il rischio di un aumento del 34% di contrarre malattie coronariche negli anni successivi. Lo studio, uno dei più ampi mai condotti sulla cannabis, è stato presentato al congresso annuale dell’American College of Cardiology, in corso a New Orleans.
Diverso il discorso se l’uso di marijuana è molto più sporadico, ad esempio mensile o settimanale. In questi casi i rischi sono minori e non significativi. La ricerca, come spiega all’ANSA Pasquale Perrone Filardi, presidente della Società Italiana di Cardiologia: “Dimostra che esistono danni correlati all’impiego di questa sostanza non ancora sufficientemente approfonditi, che invece è opportuno conoscere. Le droghe, di qualsiasi natura, sono più volte associate a conseguenze cardiovascolari serie. Questi dati mostrano che anche una sostanza ritenuta a torto leggera può comportare un maggior rischio di coronaropatie e, nel tempo, contribuire alla comparsa di eventi come infarto o ictus”.
Perrone conclude con un monito: “I dati preoccupano e impongono di diffondere una maggiore informazione sulle conseguenze dell’uso di queste droghe: chi fa utilizzo di cannabis dovrebbe parlarne al proprio medico per monitorare la propria salute cardiovascolare”.
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