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Cannabis: secondo uno studio USA fumarla potrebbe aumentare il rischio di infarti e ictus

di Matteo Cividini

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Secondo uno studio condotto negli Stati Uniti su quasi 435mila adulti, fumare cannabis frequentemente potrebbe aumentare il rischio di infarti e ictus. La ricerca è stata condotta dal National Institutes of Health.

Fumare cannabis aumenterebbe il rischio di malattie cardiovascolari

Lo studio è stato condotto su 434.104 adulti statunitensi di età compresa tra i 18 e i 74 anni. È stato uno studio osservazionale, dove il fenomeno è stato solo osservato e non sono quindi state indagate le dinamiche di causa-effetto. Il consumo di cannabis potrebbe essere causa di disturbi cardiovascolari; fumarla spesso ne aumenterebbe il rischio. Secondo questo studio, il consumo quotidiano aumenterebbe la probabilità di attacchi di cuore del 25% rispetto a chi non ne fa uso, mentre la percentuale è del 42% invece per quanto riguarda gli ictus. Percentuali diverse per chi invece la consuma settimanalmente; il rischio è del 3% più alto per quanto riguarda gli attacchi di cuore e del 5% più alto per gli ictus. Anche in questo caso il confronto viene fatto con i non consumatori.

“Sappiamo che quando si brucia la cannabis vengono rilasciate tossine simili a quelle trovate nel fumo di tabacco” dichiara Abra Jeffers, analista di dati del Massachussets General Hospital di Boston. Oltre a questo i recettori che riconoscono il THC presente nella cannabis si trovano anche nei tessuti cardiovascolari, per questo aumenterebbe il rischio di problemi. Nello studio viene anche riportato come il consumo di cannabis sia aumentato negli ultimi 20 anni, per via della diminuzione delle percezioni negative verso la sostanza. David C. Goff, direttore della divisione di Scienze Cardiovascolari del NHLBI riguardo allo studio ha affermato: “Questa è un’importante scoperta di salute pubblica, in particolare visti i nostri sforzi per ridurre l’onere delle malattie cardiache in questo Paese”.

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