di davide gerace
Progressi da gigante per la lotta al cancro al colon, o colorettale. Un nuovo farmaco in fase sperimentale avrebbe infatti lasciato letteralmente senza parole i medici, con uno sbalorditivo tasso di successo del 100%.
La lotta al cancro
La notizia arriva direttamente da New York, dal Al Memorial Sloan–Kettering Cancer Center. Come riporta il New England Journal of Medicine, dodici pazienti dall’età età media di 54 anni, il 62% donne, sono guariti dal cancro al colon senza la necessità della chirurgia, della chemio o radioterapia. Un risultato incredibile raggiunto dai medici grazie al trattamento “dostarlimab”, un anticorpo monoclonale presentato nel corso del congresso mondiale organizzato dall’Asco, la Società Americana di Oncologia Clinica.
Lo studio riporta: “Un totale di 12 pazienti ha completato il trattamento con dostarlimab e tutti sono stati sottoposti ad almeno 6 mesi di follow-up. I 12 pazienti hanno manifestato una risposta clinica completa, senza evidenza di tumore alla risonanza magnetica; alla tomografia; a emissione di positroni con 18F-fluorodeossiglucosio; alla valutazione endoscopica; all’esame rettale; alla biopsia. Nessun paziente era stato sottoposto a chemioradioterapia o sottoposto a intervento chirurgico. Durante il follow-up non sono stati segnalati casi di progressione o recidiva (con un intervallo da 6 a 25 mesi). Nessun segnale di eventi avversi di grado 3 o superiore”.
Come funziona la terapia
A tutti i pazienti coinvolti nello studio, i ricercatori hanno somministrato l’anticorpo monoclonale anti-PD-1, il dostarlimab, ogni 3 settimane per circa 6 mesi. Dopo la fine del trattamento i pazienti dovevano sottoporsi a un ciclo di chemioradioterapia standard o un intervento di chirurgia.
Tutti e 12 i pazienti però erano completamente guariti. Andrea Cercek, prima firma dello studio ha confermato il successo dello studio: “Poiché il cancro colorettale metastatico con deficit di riparazione dei mismatch (MMR) risponde all’inibitore del Pd-1, abbiamo ipotizzato che anche quello localmente avanzato potesse essere sensibile a questo tipo di terapia fino al punto da consentire di evitare del tutto la chemioradioterapia e la chirurgia”. Rappresenta una possibile svolta nell’eterna lotta contro il cancro.
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