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Brasile: i sostenitori di Bolsonaro assaltano il Parlamento

di Lorenzo Scorsoni

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Stando a O Globo, i sostenitori dell’ormai ex presidente Jair Bolsonaro hanno invaso alcuni edifici istituzionali a Brasilia. L’evento ricorda quanto accaduto al Congresso di Washington il 6 gennaio del 2021, in una serie di scontri con le forze armate. Secondo il Ministro della Giustizia Flavio Dino, gli arresti ammontano per ora a 200.  “Abbiamo già identificato tutti i 40 autobus che sono andati a Brasilia e tutti i finanziatori di questi autobus. Ci sono ancora persone, in questo momento, su internet, che parlano di proseguire gli atti terroristici”, ha spiegato Dino.

La recente vittoria di Luiz Inácio Lula da Silva alle presidenziali ha alimentato la frattura interna del Brasile. Il “neo-preesidente”, ora al suo terzo mandato, ha immediatamente cominciato una pulizia del Governo, sollevando dai propri incarichi tutti i fedeli a Bolsonaro. Sconfitta mal digerita dell’ex presidente, che sulla stessa scia di Trump dopo la vittoria di Biden, decide di non assistere all’investitura di Lula. I sostenitori di Bolsonaro hanno da subito mostrato una grande indignazione verso il nuovo presidente, facendo partire una serie di proteste, culminate nell’attacco avvenuto ieri.

L’assalto al Congresso nel nome di Bolsonaro

Stando ai testimoni oculari, un gruppo di circa 15 mila persone ha attaccato il palazzo del Congresso nella capitale. La folla marciava verso i Palazzi Presidenziali sulle note dell’inno brasiliano. Nel mirino dei bolsonaristi anche la Corte Suprema, la sede del Governo e il tribunale federale, che stando alle dichiarazioni della polizia brasiliana sono già sotto controllo. Le forze dell’ordine hanno cacciato gli assalitori con bombe lacrimogene e proiettili di gomma, facendoli raggruppare tutti quanti sul prato dell’Esplanada dos Ministerios.

Sempre stando a O Globo, dopo gli atti vandalici, il Presidente della Corte Suprema federale avrebbe rimosso dal suo incarico Ibaneis Rocha, governatore di Brasilia. Nella giornata di ieri, Rocha ha pubblicato un video in cui si scusava pubblicamente con Lula. Il presidente brasiliano lo aveva difatti accusato di “non aver preso le misure necessarie a contenere l’attacco”. Nel frattempo Bolsonaro si discosta dall’attacco tramite dei tweet, affermando di sostenere le rivolte pacifiche e prive di violenza.

Le critiche di Lula e del Governo

Dopo la marcia sul Congresso, il presidente Lula ha indetto una riunione con i ministri dell’esecutivo. Ha inoltre imputato la responsabilità politica a Bolsonaro, descrivendo poi l’evento come “vandalico e fascista”. Secondo i media locali, dalla riunione è emersa la possibilità di schierare l’esercito per sgomberare i bolsonaristi; Lula avrebbe mostrato diffidenza nella polizia federale brasiliana in un tweet:

“La polizia del Distretto Federale deve fare la sicurezza nel Distretto Federale e non l’ha fatto. Per incompetenza e malafede delle persone che si occupano della sicurezza del Distretto Federale”.

Piovono critiche anche da parte del presidente del Senato Rodrigo Pacheco, che definisce l’attacco un “atto di terrorismo vero e proprio”.  “I golpisti devono subire immediatamente tutto il rigore della legge”, la sua dichiarazione.

 

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