Disponibile su Disney+ dal 26 ottobre nella sezione Star l’attesissima quarta stagione di “Boris”. Nel cast ritroviamo Francesco Pannofino, Alessandro Tiberi, Pietro Sermonti, Carolina Crescentini, Caterina Guzzanti, Corrado Guzzanti, Ninni Bruschetta, Paolo Calabresi e Antonio Catania. Invece tra le new entry troviamo Edoardo Pesce, Aurora Calabresi, Giulia Anchisi, Raffaele Buranelli, Emma Lo Bianco e Alessio Praticò. Gli episodi sono scritti e diretti da Luca Vendruscolo e Giacomo Ciarrapico.
Dopo 11 anni dal film conclusivo arrivato al cinema, ritorna sui nostri schermi “Boris”. Serie rinata negli ultimi anni grazie a internet, lo show creato da Luca Vendruscolo, Giacomo Ciarrapico e da Mattia Torre, scomparso nel 2019, è pronto a far parlare di nuovo di sé. Con il suo vasto cast e la sua ironia, “Boris” torna sul set e lo fa nel mondo delle piattaforme streaming. Le cose sono cambiate rispetto alla TV generalista? A rispondere a questa domanda ci penserà René Ferretti e il suo nuovo lavoro per la Piattaforma. Infatti i primi due episodi mostrati in anteprima al Festival di Roma, mettono sin da subito in chiaro che “Boris” è tornata ed è pronta a far parlare di nuovo di sé con la sua inconfondibile comicità.
11 anni dopo gli eventi della pellicola arrivata in sala, i nostri protagonisti si riuniscono per un nuovo progetto. Se alcune cose sono cambiate, come ad esempio il nuovo lavoro di Alessandro (Alessandro Tiberi), altre non sono cambiate, ma amplificate. A creare problemi ci penseranno la “nuova” coppia formata da Stanis (Pietro Sermonti) e Corinna (Carolina Crescentini), proprietari di una loro casa di produzione, le nuove regole comportamentali da tenere sul set e soprattutto l’algoritmo. Tutti questi elementi, vecchi e nuovi, caratterizzeranno la lavorazione della nuova serie intitolata “Vita di Gesù” e la ricerca del fantomatico lock, il via libera alla realizzazione degli episodi del prodotto da parte della piattaforma.
“Boris” con i primi due episodi di questa nuova quarta stagione, ritorna più forte che mai e anche con un pizzico di maturità nascosta dietro la sua ironia. Oltre a svariati riferimenti a battute delle stagioni precedenti, come ad esempio il nome della casa di produzione di Stanis chiamata SNIP (So Not Italian Production), i nuovi episodi portano René Ferretti (Francesco Pannofino) e i suoi fidi collaboratori nel nuovo mondo chiamato streaming. Ed è proprio qui e fin da subito che la satira che ha reso celebre la serie italiana, pone le sue radici. Oltre a funzionare, mostra anche come il mondo tanto criticato 11 anni fa non sia cambiato, ma evoluto.
Sin dai primi minuti, l’apparizione dei vari protagonisti fa sentire lo spettatore a casa. Ritrovare René e il resto della sua troupe è come incontrarsi con dei vecchi amici dopo tanti anni. Infatti, nonostante siano passati anni dal finale della terza stagione e della pellicola, i nostri protagonisti non sono cambiati. Possiamo trovare Alessandro diventato il rappresentante della Piattaforma, quindi un ruolo decisamente più elevato rispetto al passato sul set di “Occhi del cuore”, ma agli occhi dello spettatore e soprattutto agli occhi della troupe, resterà sempre Seppia. Ed è proprio in queste dinamiche che “Boris” gioca sul sicuro, ma sorprendendo anche sul finale del secondo episodio. Per quanto i primi due episodi siano sullo stesso livello e sullo stesso tono delle tre stagioni precedenti, a sorprendere sono alcune scelte fatte su due personaggi della serie.
Queste rivelazioni, di cui una è un omaggio intelligente a Mattia Torre, portano in questo inizio di quarta stagione un mix di maturità e persino crescita di un determinato personaggio. Per quanto il ritorno dei nostri amati protagonisti sia molto divertente, il gap temporale di ben 11 anni non viene ancora esplorato se non con qualche informazioni rivelata in alcuni dialoghi dei due episodi. Inoltre l’introduzione di alcuni nuovi personaggi, non si mostra un valore aggiunto e anzi, porta ad apprezzare ancora di più l’affiatato cast originale della serie. Unica new entry interessante vista nei primi due episodi è Allison, interpretata da Emma Lo Bianco. Coordinatrice europea dei progetti della Piattaforma, rappresenta al meglio il salto generazionale tra René e la sua squadra con il mondo dello streaming. Nei prossimi episodi potrebbe essere ancora più presente e creare non pochi grattacapi all’ultima follia di Ferretti e Co.
Il punto di forza dei primi due episodi di “Boris”, è la satira. Elemento imprescindibile nelle stagioni precedenti, in questo inizio di serie ritorna più forte che mai. Ad essere protagonista delle battute e della critica messa in scena da Luca Vendruscolo e Giacomo Ciarrapico, è la politica produttiva delle piattaforme streaming. Nonostante “Boris” sia disponibile su una piattaforma streaming ed è proprio di queste il merito del ritorno al successo, rende il tutto ancora più ironico e pungente. Dalle regole comportamentali da tenere sul set, che vanno a minare alcune dinamiche viste in precedente, fino ad arrivare all’introduzione della storyline teen e al tema dell’inclusività. Il tutto viene affrontato con l’inconfondibile ironia che ha da sempre contraddistinto la serie.
Oltre a presentare una tematica al limite del meta cinematografico, visto il rilascio della serie su una piattaforma streaming, ad amplificare il tutto ci pensa il soggetto del nuovo progetto di René. Cosa può andare storto adattando su schermo la vita di Gesù per il piccolo schermo? La risposta è semplicemente tutto. Dall’ego smisurato di Stanis, per arrivare alla politica aziendale della Piattaforma e alle analisi del minaccioso Algoritmo. Non sarà una persona, ma l’Algoritmo è la controparte del dottor Cane nelle stagioni precedenti. Se in passato era il presidente della Rete a decidere come muoversi per conquistare il pubblico, questa volta ci pensa un sistema informatico ad “aiutare” i nostri protagonisti. Tutti questi elementi fungono da base alla satira dello show e a mostrare quanto il mondo del piccolo schermo non sia cambiato affatto rispetto al passato.
Dopo un colpo di scena a fine secondo episodio e una risposta positiva ricevuta, la troupe è pronta per portare avanti la lavorazione di “Vita di Gesù”. I restanti 6 episodi sicuramente ci mostreranno il ritorno di alcuni personaggi visti nelle stagioni passate, come Martellone interpretato da Massimiliano Bruno e Mariano interpretato da Corrado Guzzanti. Oltre a questi graditi ritorni, vedremo nuovi volti e il finale risponderà a questa domanda: René Ferretti riuscirà a realizzare un prodotto di successo e qualità? Visti i presupposti, questo sarà altamente improbabile, ma “Boris” con questi due episodi, è stata sin da subito capace di divertire e soprattutto sorprendere lo spettatore.
Come scritto in precedenza, il ritorno sui nostri schermi ha mostrato come “Boris” sia ancora brutalmente attuale. Per quanto il panorama televisivo sia completamente cambiato, passando dalla TV generalista allo streaming, la storia è sempre la stessa. In veste da “boomer”, i nostri protagonisti si ritrovano catapultati in un mondo più ipocrita rispetto al passato e con nuove regole difficili da rispettare per dei veterani di un set cinematografico non più in uso. Tra battute pronte a diventare meme, personaggi iconici e una morale onesta e critica, la quarta stagione di “Boris” per i prossimi episodi si preannuncia un graditissimo ritorno da divorare in una sola giornata.
I primi due episodi della quarta stagione di “Boris”, riportano su schermo il meglio delle tre stagioni passate. Con un nuovo mondo da esplorare e gli stessi protagonisti, la comicità non manca. Il ritorno sui nostri schermi della serie scritta e diretta da Luca Vendruscolo e Giacomo Ciarrapico, mostra come il piccolo schermo non sia cambiato con il passare del tempo. Inoltre a non sentire il peso del tempo è la chimica tra i vari membri del cast, colleghi sul set e amici fuori dal set.
Ancora una volta infatti, il cast si mostra il vero punto di forza di “Boris” e i primi due episodi della quarta stagione confermano queste sensazioni positive. La scrittura si mostra ironica, intelligente e in alcuni punti sorprendentemente matura, ma senza dimenticarsi delle proprie origini. Unica pecca da segnalare, è la presenza di alcune new entry non ancora utilizzate al meglio. Una ulteriore conferma del talento degli interpreti principali. Piccola postilla finale, anche la sigla cantata da Elio e le storie Tese ha ricevuto un restyling adeguato ai nuovi temi affrontati nella serie.
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