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Batman un’autopsia, la recensione: nella mente di Bruce Wayne

di Gabriele Di Nuovo

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Creata da David S. Goyer, “Batman un’autopsia” è una serie podcast realizzata da Spotify in collaborazione con Warner Bros. Nel cast vocale della versione italiana troviamo Claudio Santamaria, Michele Bravi, Maria Grazia Cucinotta, Michele La Ginestra, Beatrice Bruschi, Alice Mangione, Nicola Pistoia e Saverio Raimondo.

Oggi vi proponiamo una recensione differente rispetto alle precedenti. Questo perché non vi parleremo di un film o di una serie, ma di un podcast di 10 episodi intitolato “Batman un’autopsia”. Questa storia inedita con protagonista il Cavaliere Oscuro, vede una Gotham City impaurita dalla minaccia del Mietitore, villain realizzato appositamente per l’audio serie. Primo esperimento da parte di Warner Bros. per poter comprendere al meglio se il podcast da un punto di vista narrativo sia una possibilità concreta per il futuro, “Batman un’autopsia” nella sua versione italiana è un esperimento riuscito a metà.

Una Gotham senza Batman

Un serial killer noto come il Mietitore (Saverio Raimondo) terrorizza Gotham City, ma Batman non arriva in soccorso. In effetti, Bruce Wayne (Claudio Santamaria) non ha alcun ricordo di essere il nostro giustiziere mascherato. Invece, troviamo Bruce essere un patologo forense, che esegue l’autopsia sull’ultima vittima quando viene attaccato dall’assassino stesso.

Mentre l’ossessione di Bruce per il Mietitore lo consuma, il dottor Thomas Wayne (Michele La Ginestra), capo del Gotham City Hospital, ordina a suo figlio di andare in congedo medico e seguire le cure di uno psicologo insolito, il dottor Hunter (Nicola Pistoia). Con Batman disperso in azione, la detective Barbara Gordon (Alice Mangione) non ha altra scelta che chiedere aiuto al secondo detective più intelligente di Gotham: L’Enigmista (Michele Bravi).

Con queste premesse, i primi 3 episodi del podcast ci portano in un racconto inedito e pieno di sorprese che i fan più accaniti del personaggio apprezzeranno parecchio. Ma se da una parte la storia ideata da David S. Goyer, già dietro la trilogia del Cavaliere Oscuro di Nolan, ha dalla sua dei colpi di scena interessanti e dinamiche che rispettano il personaggio, dall’altra abbiamo un cast di voci che non funziona del tutto.

Nella mente di Bruce Wayne

L’elemento più interessante di “Batman un’autopsia” è l’aspetto psicologico del suo protagonista. Come mai fatto in altri media, Bruce Wayne viene approfondito al meglio, portando lo spettatore a conoscere il suo trauma e le sue motivazioni dietro l’essere un vigilante mascherato. Inoltre per la seconda volta nello stesso anno, dopo “The Batman” (trovate qui la nostra recensione), il lato detective del protagonista emerge al meglio. Il linguaggio del podcast si mostra molto funzionale al riguardo, giocando con i pensieri di Bruce e i vari indizi audio che vengono rinvenuti nel corso della storia.

 

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Batman in “Batman: Damned” di Brian Azzarello e Lee Bermejo

 

A rendere il tutto credibile è il lavoro svolto da Claudio Santamaria. Dopo aver doppiato Christian Bale nella trilogia del personaggio diretta da Christoper Nolan, l’attore presta per la quarta volta la voce all’Uomo Pipistrello. Ma se da una parte abbiamo un Santamaria molto credibile nei panni di Bruce/Batman, dall’altra abbiamo un intero cast poco credibile, mostrando quella che potrebbe essere la vera pecca di questa serie podcast.

Usare dei talent è sempre un errore

Stesso problema che affligge i prodotti animati italiani, colpisce anche “Batman un’autopsia”. Questo perché, la produzione italiana ha preferito prendere dei talent e non dei veri doppiatori per dare vita ai personaggi di questa storia. Infatti la maggior parte del cast è poco credibile, ma nonostante questo alcuni di loro sorprendono positivamente. Michele Bravi, Saverio Raimondo e Beatrice Bruschi regalano una performance sorprendente e quasi al livello di Santamaria.

Il problema però in questo caso non è completamente nel cast. Il podcast è un prodotto audio e di conseguenza chi lavora al doppiaggio dei dialoghi, non ha dei riferimenti davanti a sé al di fuori delle battute da recitare. E se questo mette in difficoltà doppiatori veterani nel settore, chi ha meno esperienza nel campo ne risente il doppio, consegnando così delle voci poco credibili in un progetto interessante come “Batman un’autopsia”.

Il mondo di Batman prende vita in una nuova forma

Con una storia piena di colpi di scena e rivelazioni sorprendenti, mantenendo un tono noir che ha da sempre contraddistinto il personaggio, “Batman un’autopsia” è un racconto del Cavaliere Oscuro a 360 gradi. Oltre alle sue doti da detective e il ritorno dei suoi alleati, Batman affronta come di consueto numerosi villain pronti a portare il caos a Gotham City. E tutto questo avviene in 10 episodi di un podcast che riesce a coinvolgere al meglio lo spettatore nel racconto. Ma se la storia è molto scorrevole e godibile, per i fan più hardcore del personaggio può rivelarsi in parte prevedibile.

 

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Batman e l’Enigmista in “Batman: Anno Zero” di Scott Snyder e Greg Capullo

 

Senza cadere nello spoiler, alcuni dettagli e rivelazioni nel corso del racconto sono facilmente prevedibili per i fan più accaniti del personaggio. Nonostante questo però, la storia di “Batman un’autopsia” si rivela godibile e di buon intrattenimento. Inoltre il lavoro svolto sui villain, portandone in scena alcuni di nicchia e poco noti al grande pubblico, rende questo esperimento decisamente più intrigante e riuscito.

Considerazioni finali

“Batman un’autopsia” è un esperimento riuscito in parte. Con una buona storia e dei personaggi ben scritti, a rendere l’operazione riuscita in parte sono la maggior parte delle voci italiane impiegate per la serie. Ma nonostante questo, alcuni di loro sono decisamente positivi, rendendo i loro personaggi molto reali. Bruce Wayne viene approfondito meglio, rendendo di fatto “Batman un’autopsia” principalmente una storia sulla vera identità di Batman. La presenza di citazioni, personaggi e riferimenti al mondo del personaggio, lo rendono un progetto per i fan più accaniti, che però potrebbero trovare il racconto abbastanza basilare. In conclusione possiamo dire che questo primo esperimento targato Spotify in collaborazione con Warner Bros. è riuscito.

Pro

  • Il tentativo di portare il mondo DC in un nuovo media;
  • La storia che approfondisce meglio Bruce e il suo lato psicologico;
  • La presenza di numerosi personaggi del mondo di Batman;
  • Il lavoro svolto da Claudio Santamaria, Michele Bravi, Saverio Raimondo e Beatrice Bruschi.

Contro

  • Il lavoro discutibile svolto dal resto del cast, anche a causa dei contro della registrazione di un podcast;
  • Alcuni fan hardcore potrebbero trovare il racconto prevedibile.

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