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Atalanta, parla Gasperini: “Non mi dimetto, ma serve chiarezza sugli obbiettivi”

di Ettore Guerriero

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Nella giornata di ieri il tecnico dell’Atalanta Gian Piero Gasperini ha parlato a Bergamo durante l’evento “Tennis Vip”. Diversi i temi affrontati dall’allenatore, che ha parlato degli obbiettivi del club, facendo chiarezza sulle reali ambizioni, per poi arrivare a smentire le notizie che circolavano sulle sue probabili dimissioni.

Atalanta, Gasperini smentisce le voci sulle dimissioni

Durante l’evento tenutosi a Bergamo, Gian Piero Gasperini ne ha approfittato per smentire le voci sulla presunta separazione con l’Atalanta, ma ha provato anche a porre qualche limite sulle reali ambizioni del club.

“Ieri c’erano notizie di dimissioni. Nessuno ha parlato con me eppure è uscita questa notizia. Se ho da dire qualcosa non mi sono mai tirato indietro. Non do le dimissioni oggi, questa è una scelta che farà la società, in base a tante valutazioni”.

Sulle strade che l’Atalanta potrà percorrere ha aggiunto:

“Io vedo tre strade. Una è quella di cercare un potenziamento più limitato possibile, con qualche top giocatore che possa alzare nell’immediato il valore della squadra. Oppure si punta a un ringiovanimento della rosa che è arrivata tutta insieme un po’ più in là.

Se penso a chi devo valorizzare ci sono Scalvini, Koopmeiners, per età. Questi sono i profili che portano alle famose plusvalenze importanti per l’Atalanta. L’altra strada è fare poco o niente, stare lì e dire ‘vabbé andiamo avanti’. Su queste tre filosofie dovranno essere prese delle decisioni.

Non riguardano prima di tutto l’allenatore: lui dice la sua, ci sono due direttori sportivi, c’è una società importante, il presidente, l’amministratore delegato… Al di là di quel che vuoi fare, devi vedere cosa puoi fare”.

atalanta

Atalanta (@Shutterstock)

Il tecnico è chiaro: “Non possiamo presentarci con l’obbiettivo Champions”

Prima di parlare degli obbiettivi futuri, Gasperini si è soffermato sul finale di stagione dell’Atalanta:

“Abbiamo avuto dodici partite con quindici episodi da Var e mi dispiace che nessuno abbia preso le parti della squadra in modo consistente. Col Cagliari abbiamo perso, con l’Empoli abbiamo perso, con la Salernitana pareggiato. C’erano partite che potevamo e dovevamo vincere per essere in Champions. Ci abbiamo messo del nostro, ma la squadra ha dato tutto.

Ora, per il livello che abbiamo raggiunto in questi anni, abbiamo delle difficoltà. Se ringiovanisci troppo la squadra perdi in competitività, se la rinforzi nell’immediato ti costa molto di più e non so che investimenti servano. La nostra è una buona squadra, ma così diventa difficile. Non significa che non faremo il massimo, ma è una situazione che andrà affrontata”.

Quindi, sulla qualificazione alla Champions League come traguardo, il tecnico ha affermato:

“La chiarezza è fondamentale. Non possiamo presentarci con l’obbiettivo Champions. Quello che è successo è stato straordinario, ma se fosse facile non lo sarebbe più. Non lo ripeti facilmente, sennò sarebbe una cosa normale. È il primo punto che bisogna mettere in chiaro. Poi dopo viene tutto il resto.

Se mi chiedete se questa squadra è competitiva per fare ciò che ha fatto in passato, anche se spero di essere smentito, la risposta probabilmente è no. Tecnicamente non è giustificato parlare di Scudetto o di Champions, soprattutto vedendo cosa fanno le società molto ricche, che possono allargare la forbice”. 

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