La notte di Parigi non ha incoronato solo, per l’ennesima volta, il Real Madrid. Ha anche confermato Carlo Ancelotti nell’Olimpo del calcio. Anzi, forse gli ha consegnato il “trono di Zeus” tra gli allenatori, visto che ora nessuno ha i suoi numeri.
Già prima che il Real scendesse in campo, Carlo Ancelotti era nella leggenda del calcio. L’ex Milan è l’unico allenatore, attualmente, ad aver centrato quattro semifinali della Champions League per quattro decadi di fila. È, inoltre, l’unico ad aver vinto almeno uno dei cinque principali campionati: Serie A col Milan, Premier League con il Chelsea, Ligue 1 col Psg, Bundesliga col Bayern Monaco e, quest’anno, Liga col Real Madrid.
A Parigi, però, Carlo Magno ha centrato anche la vittoria nella coppa dalle grandi orecchie. Lui che, nel 2013/2014, cancellò l’ossessione della “Decima” e che ora ha portato al Bernabeu la vittoria numero quattordici. Una competizione sempre più “blanca”.
Con il successo a Parigi, Carlo Ancelotti è diventato inoltre l’unico allenatore ad aver vinto quattro Champions League in panchina. Prima dell’1-0 sul Liverpool, condivideva il trono con Bob Paisley e Zinedine Zidane a quota 3. Ora, nessuno come lui, e non solo come allenatore. Sommando le vittorie tra giocatore e allenatore, l’attuale tecnico del Real è il più vincente di sempre: 6 trionfi, 2 da giocatore (1988, 1989) e 4 da allenatore (2003, 2007, 2014, 2022).
Ma, al di là dei numeri, Ancelotti ha zittito tutti. Da tempo ingiustamente catalogato come finito, ha dimostrato ancora una volta di essere il migliore. Alzi la mano chi, ad inizio anno, avrebbe detto che il Real avrebbe fatto la doppietta Liga-Champions. E se il successo in Spagna, visto un Barcellona in ricostruzione, era almeno pronosticabile, la cavalcata in Europa sembrava impossibile.
Ancelotti ha preso una squadra che tutti definivano a fine ciclo e l’ha portata in trionfo, e in modo leggendario. Sempre ad un passo dall’eliminazione, sotto nel doppio confronto con tutte: Psg agli ottavi, Chelsea ai quarti e City in semifinale. Senza mai mollare, senza mai crollare.
E allora è giusto celebrare nel modo giusto Carlo Ancelotti. Da oggi, ancora di più, è Carlo Magno: Carlo il (più) grande.
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