di Tommaso Bersanetti
Quarant’anni dopo, è ancora storia. Quattro decenni fa l’Italia vinceva il suo terzo Mondiale, definito da alcuni il più bello di tutti, scrivendo una pagina indelebile nella storia del nostro calcio… Andiamo quindi a rivivere le emozioni di una grande impresa che da impossibile divenne un’incredibile realtà. Pronti a fare un salto nella leggenda?
Italia, la formula del Mondiale del 1982
Iniziamo questo viaggio elencando alcune curiosità su quel Campionato del Mondo. Prima di tutto, il Mondiale del 1982 fu il primo in cui le squadre a partecipare furono ventiquattro invece che sedici ed è, ancora oggi, il torneo FIFA che ha visto il maggior numero di stadi utilizzati da una sola Nazione per un singolo evento! Questo fu anche l’ultimo Campionato del Mondo nella storia ad adottare la formula delle due fasi a gironi, prima di procedere con la fase ad eliminazione diretta.
Il Mondiale si svolse in Spagna e l’Italia arrivò al torneo come una delle sei teste di serie. Le squadre erano distribuite in quattro fasce per il sorteggio: la prima era dedicata ovviamente alle teste di serie (Spagna, Germania Ovest, Inghilterra, Italia, Brasile, Argentina), la seconda alle squadre europee ben classificate ma non abbastanza da essere teste di serie, la terza alle restanti squadre europee e sudamericane e la quarta alle rose africane, nordamericane, asiatiche e oceaniche.
Italia, il cammino degli azzurri al Mondiale
L’Italia, arrivata al torneo tra le polemiche per lo scoppio del caso calcio scommesse, fu sorteggiata nel primo girone con Polonia, Perù e Camerun. Gli azzurri, contro ogni aspettativa, non vinsero neanche una partita, qualificandosi pareggiando ogni match grazie al maggior numero di gol segnati rispetto al Camerun. Svolto il sorteggio del secondo gruppo, la squadra di Enzo Bearzot, sfavorita dalla seconda posizione raggiunta nel primo, capitò con Brasile e Argentina. Un incubo…
Proprio da lì però cominciò l’impresa, e con essa, le prime meraviglie di quell’Italia. Gli azzurri infatti batterono a sorpresa l’Argentina di Maradona, annullato da una prestazione mostruosa di Claudio Gentile, per 2-1 con reti di Tardelli e di Cabrini. Qualche giorno dopo, come ultima partita della fase a gironi, ci fu quella che in Brasile, a cui bastava un pareggio, viene definita “Tragedia del Sarrià“. L’Italia infatti, trascinata da un fenomenale Paolo Rossi, autore di una tripletta, eliminò i verdeoro già sicuri di qualificarsi alla semifinale, per 3-2.
La semifinale e l’ultimo atto di uno storico Campionato del Mondo
Sulle ali di un’impresa incredibile, l’Italia approdò in semifinale. A ostacolare il cammino degli azzurri ci fu di nuovo la Polonia che questa volta si trovò davanti una Nazionale ben diversa. Dimenticato infatti il pareggio della fase a gironi, gli azzurri vinsero per 2-0 grazie a una doppietta del solito Paolo Rossi. Enzo Bearzot e i suoi giocatori avrebbero incontrato in finale a Madrid la Germania Ovest, che aveva eliminato la Francia.
Qui, a portare in vantaggio l’Italia nel secondo tempo fu (indovinate un po’?) Paolo Rossi, dopo un rigore sbagliato da Cabrini nel primo tempo. Successivamente raddoppiò Tardelli a cui seguì la terza rete, messa a segno da Altobelli; inutile il gol di Breitner, arrivato troppo tardi per poter favorire una possibile rimonta tedesca. L’Italia divenne Campione del Mondo e l’undici di Bearzot passò alla storia per le incredibili imprese che mise in atto.
Dalle polemiche a un trionfo leggendario
I sei gol di Paolo Rossi, che lo portarono a vincere il titolo di Capocannoniere del torneo, furono più simbolici di quanto si possa pensare. L’attaccante italiano infatti arrivò al Mondiale subito dopo la fine della squalifica arrivata per lo scandalo del calcio-scommesse. Enzo Bearzot invece, era contestato dai media per la scelta di favorire i giocatori della Juventus rispetto a quelli della Roma, più “apprezzata” in territorio Nazionale e europeo da giornalisti e tifosi.
Alla fine però ad avere la meglio fu l’allenatore italiano che guidò gli azzurri a un’impresa a dir poco storica. Ancora oggi indimenticabile…
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