Codice a Barre (@Shutterstock)
Contraddistingue più di un miliardo di prodotti nel mondo e tutti noi siamo abituati a vederlo dietro ogni scatola, barattolo o busta; 50 anni fa il codice a barre entrava a far parte della realtà a cui siamo abituati, velocizzando le nostre spese e, di conseguenza, le nostre vite.
La storia del codice a barre ha inizio molto tempo prima del 3 Aprile 1973, il momento della scansione del primo prodotto. Inizia con due studenti di ingegneria dell’Università di Drexel, Norman Joseph Woodland e Bernard Silver, ai quali il direttore di un supermercato chiese di inventare un sistema per automatizzare le operazioni di cassa.
L’idea da cui i due studenti statunitensi partirono era molto semplice: ideare un codice con cui contrassegnare i prodotti. Fare in modo, cioè, che alla cassa non si dovesse fare altro se non scansionare tale codice per riconoscere immediatamente tale prodotto, velocizzando code e pagamenti.
Dopo aver creato tale barcode, superando un paio di fallimenti (Woodland e Silver, inizialmente, avevano pensato di utilizzare il codice Morse), i due si trovarono di fronte a una nuova sfida: realizzare il lettore, lo strumento atto alla scansione. Per raggiungere tale obiettivo fu necessario attendere lo sviluppo della tecnologia laser, e l’attesa non fu per niente breve.
I due studenti, infatti, brevettarono la loro invenzione nel 1952, ma la prima scansione avvenne 21 anni dopo. Il primo prodotto ad essere scansionato, il 3 Aprile 1973, fu un pacchetto di gomme da masticare da 61 centesimi. Al raggiungimento di tale traguardo, però, non poté assistere Bernard Silver, la cui morte era avvenuta nel 1963.
Quel pacchetto di gomme (che oggi si trova nello Smithsonian’s National Museum of American History), però era solo l’inizio. Partendo dagli Stati Uniti, difatti, il barcode è poi sbarcato anche in Europa, cambiando per sempre anche il mercato del Vecchio Continente.
Oggigiorno tale invenzione continua a permettere l’identificazione di più di un miliardo di prodotti. Attraverso tale barcode è infatti possibile ricavare numerosi dati dell’articolo contrassegnato tra cui l’azienda e la provenienza della merce. Esistono, inoltre, vari tipi di codice a barre. Il più diffuso è il barcode lineare GS1 EAN 13, formato da una serie numerica di 13 cifre, tradotta graficamente da barre verticali, per la lettura ottica.
Il futuro di tale invenzione, però, sembra essere a rischio, minacciato dai più moderni codici 2d. Questi permettono infatti di ottenere più informazioni sul prodotto, come la data di scadenza, il numero di lotto e di serie, e arrivano a presentare anche link per collegamenti a pagine web con informazioni su ingredienti e allergeni. Non è necessario, inoltre, un apposito lettore, ma possono essere scansionati anche semplicemente utilizzando uno smartphone.
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