fbpx Aborto: in Indiana tornano le "ruote degli esposti"
Attualità

Aborto: in Indiana tornano le “ruote degli esposti”

di Tommaso Casolla

Condividi con chi vuoi

Nella Francia del 1100 nacque una pratica che permetteva alle madri di consegnare i propri figli indesiderati alle cure di un ospedale. Questa invenzione venne chiamata “la ruota degli esposti”. Il procedimento avveniva in maniera anonima grazie ad una ruota capace di girare verso l’interno. La madre deponeva il figlio sopra il marchingegno che faceva poi girare. Il bambino attraverso una feritoia entrava dunque nella struttura senza che la madre potesse farsi riconoscere. Questa tecnica, antiquata e a tratti grottesca, sembra essere tornata di moda a seguito delle nuove disposizioni sull’aborto negli Stati Uniti.

I “rifugi sicuri” in alternativa all’aborto

Lo scorso 26 giugno la Corte Suprema ha votato affinché venisse abolito il diritto ad abortire. Da quel giorno diversi Stati conservatori hanno scelto di appropriarsi di questa nuova legge a partire dal Missouri e dal Texas. Uno degli ultimo Stati federati ad aver seguito questo programma è stato l’Indiana che ha vietato l’aborto se non nei casi più gravi di violenza o malattia. Proprio in questo Stato, però, sono attive dal 2016 delle cassette, chiamate “rifugi sicuri” che fungono da vere e proprie “Ruote degli esposti”.

Il riadattamento moderno si deve alla attivista antiabortista di 46 anni, Monica Kelsey. Il quotidiano “La Repubblica” ha riportato la storia della donna. Dopo aver visto questo tipo di tecnica usata in maniera più rudimentale a Città del Capo, Sudafrica, ha deciso di portarla nel suo paese. La Kesley ha quindi fondato una organizzazione no-profit e ha sviluppato le prime Safe Haven Baby Box” posizionandole affianco a semplici strutture in giro per l’Indiana per sfavorire l’aborto. Nonostante alcune di queste dal 2016 non fossero mai state utilizzate, nell’ultimo mese molte di loro si sono riempite in maniera esponenziale.

La tecnologia a servizio di tecniche passate

Le “baby box” non sono delle semplici cassette in cui lasciare il neonato incustodito ma dei veri e propri rifugi. Il contenitore di metallo protegge una culla simile a quelle negli ospedali e presenta una temperatura riscaldata al suo interno. Una volta inserito il bambino, la capsula si chiude sigillandolo all’interno in attesa dei soccorsi. In questo lasso di tempo la madre ha la possibilità di andarsene in modo tale da non essere riconosciuta. Gli unici che hanno accesso alla culla sono il personale della struttura a cui è stata affiliata e il 911 che viene allertato dal dispositivo stesso non appena viene chiuso. Monica Kesley  punta forte sulla nuova tecnologia e il suo obbiettivo è ora quello di estenderla a tutti gli Stati in cui l’aborto è vietato.

Per essere sempre aggiornato sulle news provenienti da tutto il mondo segui Nasce, Cresce, Ignora

Potrebbero interessarvi anche:

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Condividi con chi vuoi