di Enrico Tiberio Romano
Gli hikikomori sono persone che vivono in condizioni di reclusione per scelta e che passano la loro vita all’interno delle quattro mura della propria stanza. Questi sono gli “eremiti” del nuovo millennio, moltissimi dei quali estremamente giovani. A preoccupare gli esperti è il loro numero, in deciso aumento.
Chi sono gli hikikomori e perché aumentano
Alla base del fenomeno degli hikikomori ci sarebbe un disagio adattivo sociale. Come spiega il fondatore dell’associazione Hikikomori Italia su fondazione Veronesi infatti: “I giovani, che sperimentano una forte ansia sociale, faticano a relazionarsi con i coetanei ed adattarsi alla società. Sono spesso ragazzi molto intelligenti, con un elevato QI. Di carattere molto introverso e introspettivo, sensibili e inibiti socialmente, convinti di stare meglio da soli, lontani da tutti”.
Negli ultimi giorni il fenomeno è tornato a far parlare di sé contestualmente ad un’indagine dell’Ufficio di Gabinetto giapponese, Paese dove inizialmente è nata la pratica e da cui prende il nome. Nel report allegato, come riporta ANSA, si fa notare che la cifra esatta di 1.460.000 milioni di individui rappresenta circa il 2% della popolazione del Paese tra i 15 e i 64 anni di età.
Il sondaggio condotto nel novembre dello scorso anno su un campione di 30 mila persone ha evidenziato come il fattore scatenante del ritiro sociale per il 44,5% degli hikikomori tra i 40 e i 64 anni sia stato l’abbandono del lavoro.
Come si può facilmente immaginare però, la pandemia e la reclusione forzata sono stati la causa principale per i più giovani tra i 15 ed i 39 anni. Proprio l’emergenza sanitaria ha aggravato questo tipo di problematica anche nel nostro Paese, dove però viene quasi del tutto ignorata. In assenza di numeri ufficiali infatti, ci atteniamo a quelli dell’associazione Hikikomori Italia che parla di circa 100mila casi secondo gli psicologi.
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