di Francesco Ferri
L’accesso al Pantheon, uno dei monumento storici e delle attrazioni turistiche più famose di Roma, verrà a breve messo a pagamento. Infatti, come riportato da TGCOM 24, in base ad un accordo fra il Vicariato e il Ministero della Cultura sarà imposto un biglietto di ingresso a 5 euro per accedere al sito. L’accesso ai fedeli per le diverse attività religiose, invece, rimarrà gratuito.
Pantheon a pagamento
Una decisione molto importante è quella che porterà a pagare un biglietto per entrare al Pantheon. La scelta è stata presa in base alla nuova convenzione sul Regolamento d’uso della Basilica di Santa Maria ad Martyres di Roma, conosciuta come Pantheon. Degli incassi ottenuti grazie a questa manovra, il 70% andrà nelle casse dello Stato, mentre il 30% sarà della Diocesi di Roma. L’accesso resterà comunque libero a tutti i fedeli per la parecipazione alle diverse attività religiose, mentre tutti coloro che vorranno accedere fuori dagli orari riservati alle funzioni liturgiche dovranno pagare un biglietto “affiché sia salvaguardato l’esercizio del culto all’interno della basilica.”
Il libero accesso alle chiese
“A roma c’è una prassi secondo la quale in nessuna chiesa si paga un biglietto di ingresso, con la quale mi trovo d’accordo, ma mi rendo conto che questo del Pantheon è un caso particolare“, ha sostenuto l’arciprete della Basilica di Santa Maria ad Martyres, il monsignor Daniele Micheletti: “Si era iniziato a parlare dell’introduzione di un biglietto già diversi anni fa, quando era ministro della Cultura Dario Francheschini e il cardinale Vicario era Agostino Vallini.”
Gli incassi
Ha poi proseguito: “Per il Capitolo è importante che sia regolamentato l’accesso dei visitatori, poiché il Pantheon è uno dei monumenti più visitati della città. Inoltre, lo Stato ha la responsabilità del monumento, per cui ha a suo carico tutte le ingenti spese e non si poteva rimanere insensibili alle richieste del ministero.” Ha spiegato, motivando la scelta di destinare buona parte dell’incasso al governo. L’altra parte del ricavato, ossia il 30%, sarà destinato alla Diocesi di Roma “che lo utilizzerà per iniziative caritative e culturali e per attività di manutenzione, conservazione e restauro di chiese di proprietà statale nel territorio diocesano.”
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