di Fabio Danei
Qualunque gamer potrebbe elencare una miriade di personaggi degni di nota del mondo videoludico: la lista di nomi sarebbe quasi interminabile. Ma alcuni sono marchiati a fuoco nei nostri cuori, indelebili, e uno di questi è senza ombra di dubbio Joel Miller. Protagonista di uno dei giochi più apprezzati di sempre, The Last of Us, Joel è un uomo guidato dall’amore, ma anche dall’egoismo. Questo, seppur possa sembrare un ossimoro, è forse il requisito fondamentale per amare davvero.
Joel Miller: il mondo gli ha tolto tutto, tranne sé stesso
Anche prima della pandemia di Cordyceps, Joel Miller non mancava nell’amare. La protagonista della sua vita, in quel momento, era Sarah, sua figlia. Purtroppo, però, lei gli viene strappata via e, con essa, anche i suoi sentimenti scompaiono. A ricordargli che è in grado di amare, oramai, rimane solamente un orologio rotto.
Se nell’ormai vecchio mondo le emozioni erano una qualità, dopo la pandemia sono diventate una debolezza. Per questo Joel decide di non aprirsi più agli altri. Ma sarebbe come se un triangolo decidesse di non avere tre lati: impossibile. Joel è amore, che lui lo voglia o no, e a dimostralo ci penserà Ellie.
Nonostante il nuovo Joel sia burbero e rude, dopo il sacrificio di Tess, una delle poche persone a cui ancora, in un modo tutto suo, era affezionato, qualcosa si è mosso. Durante il suo viaggio si avvicina ad Ellie e vede in lei quello che ha perso, un’occasione per perdonarsi, un’occasione per amare, un’occasione per essere felice e redimersi. Scopre di poter essere nuovamente un padre: forse la sua vita può di nuovo avere un senso.
Proprio per questo motivo, quando scopre che i medici delle Luci dovranno uccidere Ellie per provare a creare un vaccino, decide egoisticamente (ma come biasimarlo) di agire per amore. Non voleva perdere un’altra figlia (perché ormai lo era per lui), non voleva che la sua vita tornasse ad essere vuota e senza scopo: lui l’avrebbe salvata a qualsiasi costo (ed effettivamente, il prezzo per questa decisione sarà molto alto).
In The Last of Us l’amore porta alla morte
Purtroppo, però, lo sappiamo: nel mondo di The Last of Us ogni emozione è una debolezza e l’amore, forse, è la peggiore. Ce lo ricorda anche Bill in un dialogo con Joel: “C’era una volta, qualcuno a cui tenevo davvero. Una persona… Qualcuno di cui mi prendevo cura. Ma in questo mondo quel genere di cazzate serve solo a una cosa: farti ammazzare”.
Ed effettivamente Joel rischia svariate volte la vita per Ellie, soprattutto nel finale, in cui si ritrova ad affrontare un palazzo pieno di Luci per salvarle la vita. Come abbiamo detto, quest’ultima azione estrema gli costerà caro: era inevitabile. Joel, durante gli eventi del secondo gioco, verrà ucciso da Abby per vendicare suo padre, proprio il medico che avrebbe dovuto operare Ellie.
Insomma, per salvare Ellie, Joel non solo ha dovuto sacrificare il futuro del mondo, ma anche il suo. Nonostante ciò, è certo che lo rifarebbe, se dovesse. E non lo rifarebbe solo per Ellie, ma anche per sé stesso. Lo abbiamo detto all’inizio: l’amore è anche egoismo. Joel ha un bisogno viscerale, ineluttabile, di Ellie, perché senza di lei la sua vita perderebbe nuovamente di senso.
Quindi, in un certo senso lui agisce per egoismo, ma l’amore, in fondo, funziona anche così. Amare una persona significa non poter stare senza di lei, perché ci fa stare bene; significa non poterla vedere soffrire, perché soffriremmo anche noi: ed entrambe le cose, alla fine, possono essere ricondotte all’egoismo. Amiamo per noi e così ha fatto anche Joel. Per questo il suo ultimo atto nel primo gioco, cioè salvare Ellie, è un atto egoistico, ma anche di puro amore. Per lui ha più importanza Ellie dell’intera razza umana e non ha problemi a dimostrarlo.
Dopo aver portato in salvo la “figlia”, Joel le mente riguardo ciò che è successo: ennesima prova di quanto lui non voglia perderla. Una bugia dettata dall’amore con due fini: non far soffrire Ellie e non farla allontanare da lui. Che Joel abbia agito secondo il bene o il male poco importa, ciò che è certo è che a guidarlo è stato un amore talmente forte da renderlo nuovamente umano e, in quanto tale, cieco di fronte ad esso.
Si è meritato la fine che ha fatto? Secondo noi il punto non è questo: lui era pienamente consapevole dei rischi e ha deciso di farsene carico per amore (ed egoismo). Qualsiasi altra decisione non avrebbe reso la sua vita degna di essere vissuta, quindi, per quanto crudele, questo epilogo è quello dell’unica via che ha reso nuovamente felice un uomo che voleva solamente amare sua figlia.
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