di Francesco Greco
La possibile acquisizione di Activision Blizzard King da parte di Microsoft aveva fatto presagire ai videogiocatori un futuro particolare. Immaginare Playstation 5 e Steam senza Call of Duty, uno degli FPS più conosciuti al mondo (se non IL), sarebbe stato terrificante per tutti i consumatori; un futuro che, fortunatamente, non vedrà la luce tanto presto. A dirlo è stato proprio Phil Spencer.
Il CEO di Microsoft Gaming, stamane, ha pubblicato un tweet particolarmente interessante: Microsoft, infatti, si starebbe impegnando a portare i nuovi Call of Duty anche sulla console portatile di Nintendo per circa 10 anni. Un trattamento riservato, tra i sospiri di sollievo, anche sulla console di casa Sony e sulla piattaforma fondata da Gabe Newell: “Microsoft ha preso l’impegno da qui a 10 anni, di portare Call of Duty su Nintendo, a seguito dell’acquisizione di Activision Blizzard King. Microsoft si vuole impegnare nel portare più giochi a più persone – in qualsiasi modo decidano di giocare”.
Nintendo di nuovo alla prova con Call of Duty?
Il post è poi continuato, riportando: “Inoltre, sono felice di confermarvi come Microsoft continuerà ad offrire Call of Duty anche su Steam, simultaneamente ad Xbox”, eliminando possibili “trattamenti di favore” per la “console di casa”. Una bellissima notizia, riconfermata anche dalle dichiarazioni dello stesso CEO al Washington Post poche ore dopo. Spencer aggiunge come si voglia procedere su una console molto meno potente rispetto alla media sul mercato: “Faremmo un lavoro specifico per far funzionare bene il gioco su Switch”.
Insomma, una prospettiva molto interessante, che rasserena un po’ tutto il mercato. Una notizia che forse non è arrivata troppo inaspettata, vista la quasi certezza dei guadagni assai più stretti del brand Call of Duty, se trattato come esclusiva Xbox Series X/S o Microsoft Store. Dopotutto, è notoria la poca voglia dei giocatori di cambiare piattaforma per giocare un solo titolo, di solito annuale.
Sono discorsi che, comunque, lasciano il tempo che trovano per il momento: l’accordo di acquisizione è ancora al vaglio delle autorità di regolamentazione nel Regno Unito, Unione Europea e Stati Uniti. Non si escludono tempi lunghi, purtroppo.
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