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Divieto di giocare a calcio in piazza: bambini organizzano una protesta

di Alessandro Lucchini

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Cosa succede quando una vera e propria mancanza di empatia incontra la burocrazia? Succede che si genera un’incredibile sordità verso tutto ciò che non ci interessa in prima persona. Questo è il caso della storia che stiamo per raccontarvi, dove il Comune di Melendugno, in provincia di Lecce, ha indotto un divieto di giocare a calcio nella piazza del paese, scatenando la protesta dei ragazzini.

Le motivazioni del divieto e la protesta

Come riportato da La Repubblica, le motivazioni dietro il divieto imposto dal Comune sono state ricondotte ad alcune lamentele del vicinato. Il problema di fondo, quindi, sarebbe il disturbo acustico generato dal giocare a calcio dei bambini.

La risposta dei ragazzini non si è fatta attendere. Hanno organizzato un sit-in di protesta con tanto di striscione:

“Criticate tanto la nostra generazione, ma ci avete tolto il pallone”.

Per alimentare e mettere in evidenza la protesta, i giovani si sono organizzati per farsi fotografare, uno per uno, su una panchina diversa con la testa china sul proprio smartphone. L’intento del gesto è chiaro, far capire quale sarà la conseguenza più ovvia del divieto.

Le reazioni alla protesta

Il sindaco del Comune di Melendugno, Maurizio Cisternino, ha incontrato i giovani manifestanti evidenziando che la causa principale del divieto fosse la recente ristrutturazione della piazza in questione. Il sindaco, in cambio, ha offerto di limitare la presenza del traffico in un’altra piazza del paese, garantendo quindi uno spazio sicuro per giocare. Una proposta che però, a quanto pare, non ha soddisfatto pienamente la controparte.

A livello mediatico, la notizia della protesta si è diffusa rapidamente in tutta la provincia. Nonostante ciò, secondo quanto raccolto da La Repubblica, la bontà della protesta non ha impietosito i mandanti della chiusura, che hanno continuato a manifestare soddisfazione per il divieto ottenuto.

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