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Fallout Story, secondo episodio: il petrolio, la guerra e la pandemia. Storia di un mondo non troppo diverso dal nostro

di Emanuele Spinella

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Ed eccoci arrivati al secondo episodio riguardante il mondo e la lore dietro a Fallout, la celebre serie videoludica di sparatutto targata Bethesda Studios. Un mondo che, come già abbiamo potuto vedere nel corso del primo episodio di questa rubrica, presenta importanti differenze da quello che conosciamo, con una storia tutta sua e una conformazione geopolitica inedita. Ed è dunque proprio nostra intenzione quella di andare a riesumare questa storia, analizzandone gli aspetti più interessanti e proponendo un recap che (speriamo) potrà dare gioia agli appassionati di tale saga, e non solo.

Già, perché, oltre ad essere estremamente interessante e ben strutturata, quella dei Fallout è una saga che si è fata promotrice di un racconto in cui non mancano di certo anche i parallelismi con il nostro mondo. Parallelismi che, in un modo o nell’altro, ci portano a riflettere sul particolare periodo che stiamo vivendo. Allacciate quindi le cinture; si parte!

Fallout Story: dove ci eravamo lasciati? La crisi energetica e l’invasione del Messico

Come abbiamo visto nel primo episodio della nostra rubrica, le differenze tra il mondo di Fallout e il nostro iniziano a farsi consistenti già verso la fine degli anni’60. Dopo la mancata invenzione del transistor nel 1947 infatti, nel 1969, all’interno della story-line della saga, si colloca la nascita delle 13 Grandi Repubbliche Americane, grossi Stati dotati di un largo potere e di una vasta libertà sul fronte politico. Questi stati nascono essenzialmente come contromisura per combattere il crescente comunismo nel Paese, segnando in pratica la fine del potere di Washington. In poche parole: il precedente Governo si sgretola come una crostata lasciata per troppo tempo sul fondo di uno zaino. E sono proprio i Governi di queste potenti Repubbliche, infatti, a decidere l’invasione del vicino stato del Messico, a più di ottant’anni dalla loro formazione (siamo nel 2051).

 

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Ovviamente, dietro a questa decisione si nasconde un perché. La causa principale dell’invasione del Messico va infatti ricercata nella crescente crisi energetica che sta colpendo il mondo. Una crisi che, in particolare, riguarda le risorse petrolifere. E, con i giacimenti petroliferi texani che sono agli sgoccioli, la soluzione più pratica e semplice per i Governi Americani sembra proprio quella della guerra al Messico. Stato che, come è largamente risaputo, dispone di molte risorse di combustibili fossili. Ma attenzione: questo è solo l’inizio.

La crisi in energetica in Europa e la guerra in Medio Oriente. Disegno di un mondo che inizia a sgretolarsi

Ci vuole infatti molto poco prima che la crisi energetica raggiunga anche gli Stati Europei, facendo iniziare per il mondo una vera e propria era di devastazione. Ciò che succede in Europa in questo periodo non è difficile da immaginare; gli Stati più piccoli e meno potenti sono costretti a dichiarare fallimento, mentre gli altri si alleano per inviare truppe in Medio Oriente. Il luogo vicino più ricco di giacimenti petroliferi.

 

Ha così inizio la Guerra in Medio oriente, portata avanti dall’Europa per accaparrarsi le risorse petrolifere necessarie al mantenimento dell’ordine sociale così come lo si conosceva. Una guerra che, in poco tempo, crea una situazione di estremo disordine in quell’area, di cui si approfitta un gruppo di terroristi, che riesce a rubare un ordigno nucleare e innescarlo nei pressi di Tel Aviv. Nemmeno a dirlo: l’intera città verrà rasa al suolo. In un attimo, il mondo è tornato indietro ai tempi della minaccia nucleare e, incredulo, guarda inerme il susseguirsi degli eventi.

Guerra in Medio oriente: le esplosioni non si fermano. E intanto in America…

Ma quella di Tel Aviv non è che la prima di una lunga serie di esplosioni atomiche, che ridurranno il Medio Oriente in una vera e propria polveriera. Dopo che l’ordigno nucleare viene fatto esplodere dai terroristi, infatti, anche gli stati europei innescano una serie di bombe atomiche nell’area, messi alle strette dalla sempre più dilagante crisi. Arrivati a questo punto,  l’ordine mondiale è in tutto e per tutto andato a farsi benedire e, reduci dagli ultimi eventi, nel 2052 anche le Nazioni Unite danno forfait e si sciolgono. Ormai, niente è più come prima.

Ovviamente, i primi a prendere contromisure contro la minaccia nucleare della fine del mondo sono proprio gli USA. Proprio in America, nasce in questi anni il cosiddetto Progetto Safe House: un progetto improntato alla costruzione di rifugi anti-nucleari che possano permettere la proliferazione della vita anche in un mondo lacerato dalle radiazioni nucleari. A prendersene carico, una grande azienda di robotica e di nuove tecnologie applicate: la Vault-Tec. Una delle più celebri all’interno del mondo di Fallout.

 

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Una nuova minaccia: il Limit-115 e la pandemia

Tuttavia, quelle inerenti alla crisi energetica e alla guerra nucleare non saranno le uniche preoccupazioni che gli Stati Americani dovranno affrontare in questo periodo. Sempre nel 2052, e precisamente il 5 marzo, l’ombra di un nuovo imminente disastro comincia a minacciare il Paese. Stavolta, però, il nemico da combattere sarà molto più subdolo e crudele. Di cosa stiamo parlando? Niente meno che del Limit-115, un pericolosissimo virus che, in poco tempo, farà esplodere in tutta America una vera e propria pandemia, con il bilancio delle morti che diventerà drammatico. Vi ricorda qualcosa?

A farne le spese, anche stavolta, è l’ordine politico mondiale. Sebbene gli USA vogliano far passare la pandemia come un qualcosa di naturale e non causato dall’uomo, alla base di tale disastro si pone infatti un errore commesso proprio dal Governo Americano. Proprio così: la realtà è che quel maledetto virus era stato creato in un laboratorio americano con lo scopo di rendere sterili le persone, ed è stato rilasciato per sbaglio da delle spie cinesi che erano riuscite ad entrarne in possesso. Il risultato è quindi uno solo: l’inizio di un nuovo conflitto tra Stati Uniti e Cina e un’ancora più crescente clima di tensione internazionale.

Fallout Story: il petrolio, la guerra e la pandemia. Storia di un mondo non troppo diverso dal nostro

La crisi energetica, la guerra che devasta il mondo, una pandemia che uccide senza distinzioni. Sebbene quella messa in piedi da Bethesda Studios sia una storia di fantasia, quindi, di certo non mancano anche i parallelismi con il mondo che ci circonda. Con il tema dell’esaurimento delle risorse petrolifere che è sempre caldo, il Covid-19 che (anche se in misura minore) continua a minacciare le nostre vite e il proliferare di diverse guerre in giro per il pianeta (prima fra tutte quella messa in atto dalla Russia nei confronti dello Stato Ucraino), il racconto di Fallout propone tematiche e argomenti che possono definirsi oggi più che mai come estremamente attuali, con i fatti narrati che, spesso, ne richiamano alcuni legati alla realtà.

 

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Ed è proprio per questo, forse, che Fallout rimane una delle saghe videoludiche più amate e celebrate. Tra tutti quei proiettili, quell’adrenalina e quelle kill, infatti, si nasconde forse qualcosa di più. Una riflessione più ampia, che ci porta ad interrogarci sul periodo che stiamo vivendo e, obbligatoriamente, anche sul futuro che ci aspetta.  Un futuro che, soprattutto oggi, appare incerto e misterioso. E che dobbiamo a tutti i costi mettere in salvo.

Noi, nel frattempo, ci vediamo al prossimo episodio.

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