fbpx Referendum sulla giustizia: un flop storico
Attualità

Referendum sulla giustizia: un flop storico

di Antonio Stiuso

Condividi con chi vuoi

Quelli sulla giustizia sono i referendum meno votati nella storia della Repubblica. I dati ufficiali fanno notare che l’affluenza si è assestata al 20.9%, una cifra molto distante dal quorum (50% +1 degli aventi diritto al voto) e che fa nascere ulteriori quesiti sull’istituto di democrazia diretta…

Riforma sulla giustizia: un flop annunciato?

I referendum sulla giustizia hanno fatto registrare un record storico, ma in negativo. Mai prima d’ora c’era stata un’affluenza così bassa (20.9% degli aventi diritto al voto) alle urne; il precedente record negativo apparteneva, infatti, al referendum del 2009 che, a chiusura dei seggi, raggiunse un’affluenza del 23%. Tutto questo per far capire che, forse, il problema non risiede soltanto nell’ultimo referendum sulla giustizia; il grande allontanamento degli italiani dall’istituto di democrazia diretta deriva, anche, probabilmente, dallo sconforto maturato nell’arco degli anni.

Un altro problema risiede senza dubbio nell’elevato tecnicismo dei quesiti referendari; molti cittadini, infatti, hanno ammesso di non riuscire a comprendere le possibili conseguenze che avrebbe potuto innescare il proprio voto. Inoltre, a contribuire alla debacle storica del referendum, è stata sicuramente la scarsa informazione da parte dei media; persino la Rai è stata ripresa dall’Agcom per non aver informato a sufficienza i cittadini.

In ultimo, possiamo aggiungere anche la data scelta per esercitare il diritto al voto: una calda domenica di metà giugno forse non era l’ideale per raccogliere e coinvolgere i cittadini sotto la grande causa della riforma della giustizia, considerando anche che il referendum era concentrato in un solo giorno…

Referendum (@Shutterstock)

Il referendum era lo strumento giusto?

In Italia, il referendum abrogativo è il principale strumento di democrazia diretta previsto dalla Carta Costituzionale. Nell’arco degli anni, però, è stato sempre più accantonato, svolgendo un ruolo “residuale” ed essendo chiamato in causa soltanto di fronte all’inerzia legislativa del Parlamento. Come riporta Rai News, anche secondo Alfonso Celotto, professore di Diritto costituzionale nella facoltà di giurisprudenza “Roma Tre“, i motivi del grande flop sono ben più radicati di quanto si possa pensare:

“Come evidenziato dallo stesso Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel discorso di insediamento, appare evidente la necessità di avviare un profondo processo riformatore che deve interessare sia il referendum nella sua essenza, sia il versante della giustizia, al fine di sanare le maggiori criticità attualmente esistenti”.

Magari, nonostante i vari motivi elencati, lo strumento referendario non era lo strumento più adatto per attuare questo tipo di riforma; forse attuato in maniera troppo “frettolosa” e affidato nelle mani di cittadini lontani da questioni particolarmente tecniche, come la regolamentazione della giustizia. Ma comunque, il lato positivo risiede in una marcata voglia di svecchiare determinati meccanismi legati ad una società ormai lontana…

Per essere sempre aggiornato sulle news provenienti da tutto il mondo segui Nasce, Cresce, Ignora.

Potrebbe interessarti anche:

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Condividi con chi vuoi