di Domenico Scala
L’Unità d’Italia festeggia oggi i 161 anni! Il 17 marzo 1861 la proclamazione del Regno d’Italia fu infatti la formalità che ne sancì la nascita, con capitale Torino. Il tutto avvenne con un atto normativo del Regno di Sardegna sabaudo, col quale Vittorio Emanuele II assunse per sé e per i suoi successori il titolo di Re d’Italia. Parlando in termini strettamente circoscritti all’anniversario stesso, la ricorrenza è nata però solamente nel 1911 con la volontà di festeggiare quelli che erano i primi 50 anni dell’Unità.
Unità d’Italia – Curiosità sull’inno
“Fratelli d’Italia”, “Inno di Mameli”, “Inno d’Italia”, “Canto nazionale”. Sono tanti i modi in cui ci si rapporta al canto risorgimentale; le 6 strofe e un ritornello che uniscono l’Italia nella gioia e nel dolore.
Il testo vide la luce ben prima che venne proclamata l’Unità, negli anni della guerra contro l’Austria. A scriverlo fu il giovanissimo Goffredo Mameli. Era un coraggioso patriota che morì solo 2 anni dopo, nel 1849, senza poter immaginare che le sue parole sarebbero poi diventate la voce dell’Italia.
Ufficialmente le parole dell’inno vennero alla luce il 10 settembre del 1847, come protesta sulle riforme e sulla Guardia civica. Parole poi musicate il 24 novembre dello stesso anno da Michele Novaro, maestro anche lui di origine genovese, come Mameli.
Quello che non tutti sanno è che, all’indomani dell’Unità, l’inno di Mameli venne scartato in favore della “Marcia Reale”. Parliamo del brano ufficiale dei Savoia, rimasto tale fino al termine della Seconda Guerra Mondiale. “Il canto degli italiani” divenne però ufficialmente inno nazionale di fronte alla legge italiana soltanto nel 2017. Il Consiglio dei Ministri nel 1946 l’aveva adottato solamente in maniera “provvisoria”.
Ma oggi, dopo 161 anni dall’Unità d’Italia, com’è messo il nostro Paese rispetto agli altri?
Situazione attuale dell’Italia rispetto agli altri Paesi
Numero di siti UNESCO patrimonio dell’umanità: siamo primi al mondo, soprattutto nell’ambito culturale. Tra i siti registrati ci sono interi centri storici, da Firenze a Ferrara, dal centro di Urbino alla Piazza Grande di Modena. E molti luoghi e monumenti simbolo, come Venezia e la sua laguna, la Villa Adriana di Tivoli, le necropoli etrusche di Cerveteri e Tarquinia. Ma anche scorci panoramici unici al mondo come la Costiera amalfitana, i sassi di Matera e le intere isole Eolie.
Indice di benessere della vita: qui il riferimento non è globale ma si limita ai Paesi OCSE, che sono 38 tra i Paesi più sviluppati e a maggior tasso di ricchezza al mondo. L’Italia si classifica 13esima per l’equilibrio vita-lavoro, 14esima per reddito e ricchezza e 31esima per l’istruzione.
Come aspettativa di vita: siamo sesti al mondo, con un’attesa di vita alla nascita pari a 82,7 anni. Davanti a noi solo Giappone (83,7 anni), Svizzera (83,4), Singapore (83,1), Spagna e Australia con 82,8.
Come numero di turisti (prendendo in considerazione i dati pre-pandemia): l’Italia è la quinta meta preferita al mondo con oltre 50,7 milioni di turisti arrivati. E si piazza dopo la Francia, prima con 84,5, gli Stati Uniti, la Spagna e la Cina.
Negli investimenti in ricerca e sviluppo: l’Italia spende l’1,33% del proprio PIL in ricerca, con la 22^ posizione in classifica, contro percentuali oltre il 4% di Israele e Corea del Sud. In Europa precediamo solo il Portogallo, la Spagna, la Polonia e la Grecia.
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di Domenico Scala
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