di Mattia Trincas
La guerra tra Ucraina e Russia sta avendo conseguenze molto pesanti per ambo le parti. Ovviamente i più colpiti sono i civili ucraini, costretti a fuggire verso zone più sicure o addirittura altri paesi. Ma anche i russi non se la stanno passando bene. Le pesantissime sanzioni per l’aggressione stanno mandando gambe all’aria l’economica del paese in mano a Vladimir Putin, secondo alcuni ad un passo dal default. Ma non solo: proprio il Cremlino ci ha messo del suo, isolando sempre il paese da social e siti web con una vera e propria censura a tappeto. Ma pare non sia finita qui. A quanto pare la Russia si starebbe infatti preparando ad una disconnessione totale dalla rete Internet.
La notizia è stata rilasciata dal profilo twitter di Nexta tv insieme ad un altro profilo che pare essere legato agli Anonymous (LatestAnonPress). Il governo russo avrebbe intenzione di effettuare la disconnessione entro l’11 marzo di quest’anno. L’account sopracitato ha pubblicato su twitter due pagine di documenti completamente scritti in russo dove si spiegano i piani legati a questa azione. Lo scopo del governo sarebbe quello di spostare tutti i server e tutti i domini all’interno della zona russa, creando di fatto un Internet a sé stante, autonomo e chiuso. Inoltre starebbero raccogliendo dati dettagliati riguardo l’infrastruttura di rete dei vari siti.
Russia e la censura ad altre piattaforme
Di recente anche Facebook e Twitter sono stati oscurati dal governo in Russia, persino TikTok è stato censurato costringendo la piattaforma ad autoimporsi svariate limitazioni. Anche l’accesso ai siti web di testate giornalistiche straniere è stato bloccato. Addirittura Spotify premium è stato soggetto di censura e si sa, limitare perfino la musica non è mai un buon sintomo. Il portavoce della presidenza Dmitry Peskov ha dichiarato che la stretta sui media deriva dalle necessità portate “da una guerra di informazione contro la Russia“. La situazione peggiora ulteriormente se pensiamo che è stata approvata una bozza di legge che criminalizza la diffusione di presunte “notizie false” sulle operazioni militari.
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di Emanuele Barbati
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