di Lorenzo Ruggieri
Dopo le dimissioni di Dal Pino, nella Lega Serie A tiene banco l’incognita relativa al nuovo presidente. L’Assemblea più recente (l’ultima con la maggioranza qualificata) ha portato ad un nulla di fatto, pur essendo ormai concreta l’ipotesi Bonomi.
In attesa del prossimo scrutinio, che si terrà mercoledì prossimo, il Consiglio della FIGC ha deciso di nominare un commissario ad acta, incaricato di adeguare lo statuto della Lega: il compito spetterà a Gennaro Terracciano, un nome quasi del tutto sconosciuto ai più, ma provvisto di un curriculum di tutto rispetto. Il termine ultimo per la designazione concesso dal presidente Gravina riportava la data del 15 febbraio, salvo poi slittare causa assenza della carica più alta in seno all’associazione.
Gennaro Terracciano: chi è, e quali compiti avrà
La scelta della FIGC è ricaduta su Terracciano, avvocato e docente ordinario di diritto amministrativo. Si è laureato presso l’Università degli Studi di Napoli nel 1983, e da allora ha intrapreso con successo la carriera forense e accademica. Nel 2005 è stato insignito dell’onorificenza di Grande Ufficiale dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana” e vanta oltre 60 pubblicazioni di natura giuridica.
Il suo compito sarà quello di adeguare lo statuto della Lega di Serie A ai principi informatori stabiliti dal Consiglio Federale lo scorso novembre. Come riportato da Sky Sport, Terracciano rimarrà in carica dal 26 febbraio al 15 marzo. Avrà dunque a disposizione 9 giorni per uniformare lo statuto secondo le norme della FIGC.
Presidente Lega Serie A: si vota mercoledì prossimo
D’altro canto, la Lega Serie A dovrà adoperarsi in fretta per individuare una figura super partes, in grado di ricoprire la carica di presidente. Nella giornata di ieri, la votazione si è conclusa con una fumata nera: ben 19 schede bianche ed un solo voto per Bonomi. Quest’ultimo sarebbe la figura ideale individuata dai presidenti dei club di A ma, come dichiarato da Marotta al termine dell’Assemblea, i delegati hanno preferito non “bruciare” il suo nome.
Appuntamento rimandato, dunque, al prossimo 23 febbraio, in cui servirà la maggioranza assoluta per la fumata bianca. Riusciranno 11 presidenti su 20 a trovare una soluzione?
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