fbpx Il doppiaggio di No Way Home omaggia Spider-Man 2: il toccante riferimento
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Il doppiaggio di No Way Home omaggia Spider-Man 2: il toccante riferimento

di Redazione NCI

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Il successo di Spider-Man: No Way Home non è determinato solamente dagli incassi stellari, ma anche dalla capacità di saper “coccolare” i propri fan. Del resto, l’apporto emozionale rappresenta il fulcro di una pellicola che riesce a racchiudere i volti dei franchise precedenti, rifacendosi continuamente all’effetto nostalgia. Prima di proseguire con la lettura però, vi ricordiamo che saranno presenti spoiler.

No Way Home e quella battuta che scalda il cuore 

Il lungometraggio ha infatti confermato sia il ritorno di Tobey Maguire che quello di Andrew Garfield, entrambi nel ruolo dell’Arrampicamuri. A tal proposito, un richiamo particolarmente toccante riguarda il primo. Nel terzo atto infatti, il Tessiragnatele degli anni 2000 incontra Octopus nel pieno controllo delle sue facoltà mentali, mentre le note della colonna sonora di Elfman accompagnano il momento. In lingua originale, Octavius domanda a Peter come stia, e quest’ultimo risponde dicendogli: “trying to do better” (sto cercando di migliorare), ovviamente in riferimento al loro primo incontro. Nel nostro paese invece, forse per inserire una citazione più riconoscibile, Parker ribatte in maniera differente, rifacendosi comunque alle parole presenti all’interno del film di Raimi. Ecco le battute.

Otto: “Ah, che piacere rivederti ragazzo

Peter: “Il piacere è mio

Otto: “Sei cresciuto, come stai?

Peter: “Meno pigro

Il rimando alla conversazione di Spider-Man 2 è palese: “Parker… ora mi ricordo di te, sei un allievo di Connors. Dice che sei brillante. Dice anche che sei pigro”.

No Way Home

Dunque una piccola modifica in termini di adattamento che strizza l’occhio ai fruitori di vecchia data.

E voi che pensate di questo cambiamento? L’avete apprezzato? Fatecelo sapere attraverso un commento. Intanto v’invitiamo a rimanere sulle pagine di NCI per ulteriori aggiornamenti provenienti dal settore audiovisivo.

Di Gianluca Panarelli

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