di Gabriele Di Nuovo
Il 23 dicembre del 1966 arrivava nelle sale “Il buono, il brutto e il cattivo” diretto dal leggendario Sergio Leone. Oggi celebreremo il cineanniversario di un western entrato nella storia del cinema.
Conclusione della “Trilogia del dollaro”, iniziata con “Per un pugno di dollari” e “Qualche dollaro in più”, “Il buono, il brutto e il cattivo” è la consacrazione definitiva di Sergio Leone nel genere western. Il titolo della pellicola rispecchia i suoi tre protagonisti, mettendo in mostra attraverso loro bellezza, bruttezza, umanità e ferocia. Inoltre attraverso il genere western, Leone racconta l’America della guerra di secessione, mostrandone il lato brutale.
La trama di “Il buono, il brutto e il cattivo”
Nel caos della guerra tra Nordisti e Sudisti, il bandito Tuco (Eli Wallach) viene catturato e consegnato alla città più vicina per essere condannato a morte. Ma a portare il criminale vicino alla sua fine è il “Buono” (Clint Eastwood). Quest’ultimo però riappare con un fucile e lo salva dall’impiccagione. Dopo questo evento i due entrano in società utilizzando lo stesso trucco, fino a quando il “Buono” abbandona nel deserto Tuco.
Subito dopo lo spettatore fa la conoscenza di Sentenza (Lee Van Cleef), che si presenta subito come il cattivo della situazione. Alla ricerca di un tale Bill Carson, Sentenza incrocerà le strade del “Buono” e del “brutto” Tuco. Questa grande storia fatta di tradimenti e caccia all’oro, vede come sfondo la guerra di secessione. Contesto storico che permette a Sergio Leone di raccontare attraverso l’epica western, la brutalità della guerra e non solo. Infatti uno degli elementi migliori dell’intera pellicola sono i suoi tre protagonisti.
I protagonisti
“Il buono, il brutto e il cattivo”, interpretati rispettivamente da Clint Eastwood, Eli Wallach e Lee Van Cleef, rappresentano i tre classici protagonisti di un racconto western. L’eroe senza nome interpretato da Eastwood, è un elemento classico del genere, soprattutto per lo stesso Sergio Leone. Infatti anche i film precedenti della trilogia del dollaro, presentavano un protagonista senza nome (interpretato sempre da Clint Eastwood). Di poche parole, l’eroe senza nome cerca sempre di fare la cosa giusta.
Mentre il “brutto”, interpretato da Eli Wallach, è il classico bandito senza scrupoli ma nello stesso tempo, molto comico. Infine abbiamo Lee Van Cleef nei panni del “cattivo”. Spietato e senza pietà, cerca di raggiungere il suo obiettivo con ogni mezzo e a qualunque costo.
Sergio Leone per lo sviluppo dei suoi protagonisti si è basato su tre figure: Arlecchino, picaro e cattivo. Il regista a riguardo disse:
“Ciò che mi interessava era da un lato demistificare gli aggettivi, dall’altra mostrare l’assurdità della guerra… la Guerra Civile nella quale i personaggi si imbattono, dal mio punto di vista, è inutile, stupida: non è portata avanti per una giusta causa. La frase chiave del film è quella di un personaggio (il Buono) che commenta la battaglia del ponte: “Mai visto morire tanta gente… tanto male”. Faccio vedere un campo di concentramento nordista… ma in parte stavo pensando ai campi nazisti, con le loro orchestre di ebrei”.
Quindi attraverso i suoi protagonisti e il contesto storico, Sergio Leone ha voluto mostrare una guerra “inutile”, come da lui definita, mettendo in scena anche un parallelismo con i campi di concentramento nazisti.
Ma perché “Il buono, il brutto e il cattivo” è così celebrato, tanto da meritare svariati elogi e un cineanniversario?
Perché “Il buono, il brutto e il cattivo” merita un cineanniversario?
“Il buono, il brutto e il cattivo” merita un cineanniversario grazie al suo essere iconico. Nonostante l’esordio fu molto divisivo, la pellicola di Sergio Leone divenne un cult. Entrato nell’immaginario collettivo pop e film amatissimo da molti cineasti, tra cui Quentin Tarantino, “Il buono, il brutto e il cattivo” è un lungometraggio che ormai fa parte della storia del cinema.
Il merito non va solo alla grande regia di Leone e ai suoi protagonisti, ma anche ai titoli di testa e alla colonna sonora ideata dal grande amico del regista Ennio Morricone. Tutti ricorderanno della memorabile “Estasi dell’oro” prima dell’arrivo al cimitero e del successivo stallo alla messicana accompagnato da “Il triello”. Colonne sonore ricordate ancora oggi e utilizzate da band come i Ramones e i Metallica per l’inizio dei loro concerti, o addirittura nelle cerimonie olimpiche.
Inoltre “Il buono, il brutto e il cattivo” è un film da record. Tredicesima pellicola più vista al cinema in Italia di sempre e 41esimo posto nella classifica di Empire dedicata ai migliori film di tutti i tempi. Infine è al 9º della IMDb Top 250 movies, posizionandosi così come il miglior western di tutti i tempi.
Bonus curiosità
Concludiamo con una piccola curiosità. Il ponte che viene fatto saltare in aria durante la pellicola, è vero. Ma a rendere il tutto più surreale, è la sua storia. Quando venne fatto saltare in aria per la prima volta, le telecamere non erano in funzione. Questo mandò a monte la giornata di riprese e portò a ricostruire il ponte da zero, in modo tale da girare la scena e distruggerlo di nuovo. Questo articolo sicuramente non è sufficiente per descrivere la grandezza di questa pellicola. Ma vi invitiamo, con questa occasione, a recuperare assolutamente “Il buono, il brutto e il cattivo” e le pellicole precedenti della “Trilogia del dollaro”.
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