di Redazione Network NCI
Il preoccupante dato è stato diffuso dall’Istat: in Italia un ragazzo su cinque subisce bullismo. Il ministro Eugenia Roccella: “Fondamentale un’alleanza scuola-famiglia”.
I dati sul bullismo
Dalle statistiche diffuse tramite l’Istat si evidenzia una differenza tra il nord e il sud. L’analisi è stata condotta su ragazzi dagli 11 ai 19 anni. Nel Mezzogiorno il 66,5% ha affermato di aver subito nel corso dell’anno precedente episodi di mancanza di rispetto e/o violenza, o di aver ricevuto offese. Più alto il dato tra i coetanei che vivono nel nord Italia: il 71%. Come riportato da TGcom24, gli episodi di bullismo subiti con continuità sono 22, 1% tra i ragazzi del Nord-est, 21,6% tra quelli del Nord-ovest e il 20% nel Mezzogiorno. Il ministro per la famiglia Eugenia Rocella ha parlato in merito a questi dati. “Si torna alla famiglia, all’emergenza educativa, e non è un caso, secondo me, che nel Sud ci sia un po’ meno la tendenza al bullismo, perché probabilmente ancora resistono le reti parentali e questo interviene su vari fronti”. Tra i ragazzi stranieri sono i giovani rumeni (29,2%) e ucraini (27,8%) ad aver subito in maggior numero questi comportamenti sgradevoli.
Le parole di Rocella
Eugenia Rocella ha parlato dell’importanza della rete familiare. “La rete parentale è anche una rete educativa, è una comunità educante – ha spiegato – per esempio, il ragazzo, il giovane si trova a confronto non soltanto col gruppo dei pari esterno, che quindi non ha una tendenza alla protezione, ma col gruppo dei pari interno, cioè all’interno della rete parentale, quindi con i fratelli, i maggiori, i cugini che sono in grado di essere il primo momento di confronto senza però quella durezza che c’è quando si esce nel mare aperto dei rapporti e poi anche proprio come protezione“. L’attenzione si è poi spostata sul ruolo della scuola, che deve collaborare con quello familiare per prevenire episodi di bullismo. “L’impostazione che abbiamo dato ai nostri interventi è di non sottrarre competenze alla famiglia – ha concluso – C’è una tendenza a spostare tutto sulla scuola, invece è fondamentale un’alleanza scuola famiglia, non un trasferimento di competenze esclusivamente alla scuola, lasciando la famiglia sguarnita anche di responsabilità Il 26,8% dei ragazzi stranieri ha subito comportamenti offensivi”.
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Articolo a cura di Enrico Roca
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