di Matteo Cividini
Nell’ambito della campagna #leparolevalgono Treccani ha scelto come parola dell’anno 2023 “femminicidio”. La parola, come comunicato da Treccani stessa, è stata scelta per porre l’attenzione sulla violenza di genere. Entrata nella lingua italiana mel 2001 la parola fa parte dei neologismi Treccani dal 2008.
La parola dell’anno secondo Treccani
Secondo la celebre Enciclopedia italiana la parola dell’anno 2023 è “femminicidio”. La spiegazione è stata data da Treccani con un comunicato. “Evidenzia l’urgenza di porre l’attenzione sul fenomeno della violenza di genere, per stimolare la riflessione e promuovere un dibattito costruttivo” sono alcune delle parole estrapolate dal comunicato. La spiegazione prosegue “Un’operazione pensata non solo per comprendere il mondo e la società che ci circondano, ma anche per contribuire a responsabilizzare e sensibilizzare lettori e lettrici”. A proseguire con le dichiarazioni è Valeria Della Valle, direttrice scientifica del vocabolario Treccani. La Della Valle spiega come non si occupino della frequenza di uso della parola, ma della rilevanza socioculturale che questa assume.
Sempre la professoressa Della Valle racconta dell’ingresso della parola nella lingua italiana. Il termine è comparso per la prima volta nel 2001, ma solo nel 2008 è entrato a far parte dei Neologismi Treccani. “Da allora si è esteso a macchia d’olio quanto il crimine che ne è referente” aggiunge la direttrice.
Il termine ha iniziato a prendere piede proprio nel 2008, soprattutto per via del libro omonimo di Barbara Spinelli. Viene poi spiegata anche l’origine del termine, come riporta Sky tg 24. La Treccani spiega che è un calco dell’inglese “feminicide”, da confrontare con lo spagnolo “feminicidio”. La parola è stata coniata dalla criminologa Diana Russel in un saggio, successivamente è stata poi ripresa dall’antropologa messicana Marcela Lagarde che l’ha utilizzata nel 1993 per indicare i diversi omicidi di donne al confine tra Messico e Stati Uniti.
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