di Timothy Cristian Belosi
Con l’inizio della nuova stagione ormai alle porte siamo entrati nel vivo del calciomercato. Tutte le società sono in continuo movimento alla ricerca degli ultimi colpi da sferrare per preparare al meglio la propria squadra. Tuttavia c’è un fattore che in pochi conoscono, ossia l’indice di liquidità, che spesso limita i colpi in entrata. Ecco di cosa si tratta.
Ecco spiegato l’indice di liquidità
Nonostante sia sconosciuto a molti, l’indicatore di liquidità entra a far parte dei controlli economici e finanziari sin dal 2015. Tale fattore, come spiegato da Calcio e Finanza, è utilizzato per determinare una possibile carenza finanziaria. Questo avviene calcolando il rapporto tra attività correnti e passività correnti, indice che assume un determinato valore ad ogni stagione. Negli ultimi anni si è visto una diminuzione di tale cifra, passando dal 0.8 nel 2020/21 all’attuale 0.6. È però previsto che il valore torni ad aumentare ritornando al valore di 3 anni fa per il calciomercato 2025/26.
Per le società si tratta di un dato da non trascurare assolutamente, poiché un’infrazione metterebbe nei guai il loro mercato. Nel caso il Comitato di Vigilanza verificasse un’incongruenza infatti, verrebbe disposta la non ammissione ad operazioni di acquisto per la sessione estiva ed invernale. Davanti a questo blocco la società non rimane ferma definitivamente, dal momento che la sanzione potrà essere revocata qualora l’indice di liquidità venga riportato in positivo. Una delle soluzioni più pratiche è quella di ricorrere alle cessioni dei giocatori, permettendo alla società di rinvigorire le proprie casse. Nel momento in cui parte l’operazione di vendita serve tenere conto anche dei costi contrattuali residui e di eventuali bonus inseriti al momento dell’acquisto. In questo modo viene prestabilito l’ammonto totale incassato dalla partenza del calciatore, valore da non superare al momento del successivo colpo di mercato.
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