di Domenico Scala
“Winnie-The-Pooh – Sangue e miele” è una rivisitazione in salsa horror/slasher del classico per l’infanzia tratto dai romanzi del britannico A.A. Milne. Nasce come piccolo progetto indipendente scritto, diretto e prodotto dall’appassionato Rhys Frake-Waterfield. Girato nell’arco di soli dieci giorni nell’East Sussex (Inghilterra), il film è costato meno di 100mila dollari ed è sostanzialmente una produzione di stampo amatoriale; è riuscito tuttavia ad attirarsi le attenzioni mediatiche in giro per il mondo, arrivando così in diversi mercati internazionali. Ad oggi il titolo rappresenta un incredibile successo commerciale, forte di un incasso che ha già superato i 5,2 milioni di dollari. Grazie a Midnight Factory dal 13 luglio è finalmente disponibile anche in Italia direttamente in home video.
Un titolo molto particolare
L’annuncio della bizzarra iniziativa risale ormai all’estate dello scorso anno, quando subito suscitò grande clamore ed interesse mediatico. Arrivato in sala all’estero ormai da mesi, “Winnie-The-Pooh – Sangue e miele”, ha raggiunto risultati a dir poco sorprendenti al botteghino internazionale ma assai deludenti su altri fronti. Sui principali aggregatori di recensioni il film ha infatti una media voto spaventosamente bassa, punteggi che hanno fatto sì che molti siti lo classifichino tra le peggiori pellicole mai realizzate nella storia del cinema. Ma è davvero così brutto come si legge online?
“Winnie-the-Pooh – Sangue e miele” – Premessa
La premessa è quantomeno doverosa. “Winnie-The-Pooh – Sangue e miele” è una produzione piccola, dal budget irrisorio, cosa evidente fin dalle prime locandine e dal trailer; eppure propone un concept base decisamente accattivante, valorizzato da un’operazione geniale a livello di marketing. Il successo al box-office era chiaro già ben prima che il film vedesse la luce: chi non vorrebbe divertirsi guardando Winnie the Pooh e Pimpi uccidere e massacrare sguaiatamente le giovani e sfortunate vittime di turno?
Parliamo quindi di un’insospettabile capolavoro di genere? Assolutamente no, il film è anzi bocciato su tutta la linea! Vale tuttavia la pena sottolineare quanto di buono ci sia dietro un titolo tanto bistrattato dalla critica di settore. Perché si, c’è anche del buono in quest’ora e mezza scarsa di divertimento, e gran parte del merito va al regista. Rhys Frake-Waterfield è stato coraggiosamente il primo ad “appropriarsi” degli amati personaggi della letteratura inglese nel momento in cui il copyright “decadeva” e le norme legali divenivano di difficile interpretazione. L’idea di reinterpretarli in chiave horror/slasher è tremendamente stupida ma, come detto, anche geniale: un successo preannunciato ed inevitabile!
Analisi di un fallimento. O di un successo?
Da un punto di vista prettamente qualitativo l’operazione era destinata fin dal principio al totale fallimento. Il regista però intuisce presto che l’hype sui social sta portando il film incontro ad un incredibile successo mediatico e decide perciò di migliorare alcune sequenze rigirandole a fine anno. La produzione è breve e tutto sommato anche travagliata, per una pellicola assolutamente non pensata e non pronta per il grande pubblico a cui poi si è presentata.
E la distribuzione non è stata da meno! L’idea di chi l’ha realizzato era di distribuirlo per la ristretta nicchia di appassionati un solo giorno in pochissimi cinema selezionati del Regno Unito. Preso atto della situazione, si è compreso presto il potenziale che si aveva per le mani e che il film fosse destinato a grandi incassi; si è deciso perciò di distribuirlo “regolarmente” in numerose sale. La pellicola ha poi superato le più rosee aspettative spingendosi addirittura oltre i confini nazionali (perfino negli Stati Uniti!); ma il giudizio di pubblico e critica stronca purtroppo sul nascere il materiale in analisi che, come già ribadito in precedenza, qualitativamente non può essere preso sul serio.
La trama
Christopher Robin e Mary sono promessi sposi, ma quest’ultima non crede alle storie d’infanzia dell’amato partner. Ecco perciò che il (presunto) protagonista decide finalmente di presentarle i suoi vecchi amici, “abbandonati” a sé stessi ormai da anni nel Bosco dei 100 Acri. Molto presto sarà chiaro ad entrambi che Pooh e Pimpi non sono più esseri dolci e teneri come un tempo, ma creature violente, sadiche ed assassine. La storia sembra poi virare su altri binari, concentrandosi sulla giovane Maria ed il suo gruppo di amiche; la ragazza non ha ancora superato un precedente trauma personale e decide pertanto di trascorrere qualche giorno di vacanza nei pressi del suddetto bosco…
Come nel più classico dei film del genere si tratta quindi di una storia di vendetta, canovaccio chiaro fin dai primissimi frames. Ci viene infatti raccontato in forma animata che, dopo l’abbandono del caro Christopher, Pooh e i suoi amici hanno sofferto a lungo e, non avendo più nulla da mangiare, si sono resi infausti protagonisti di un gesto estremo a dir poco sorprendente. Quest’ultima follia li ha portati ad impazzire e a giurarsi di non parlare mai più; il loro unico scopo era ormai chiaro, vendicarsi di colui che è causa di tutto quel dolore: Christopher Robin!
In risposta alla nostra domanda
Al termine di questa lunga ma doverosa premessa possiamo finalmente rispondere alla domanda “È davvero così brutto?”. Si, tecnicamente è un film davvero brutto! L’impianto registico è pessimo ed alcune inquadrature sembrano pensate al massimo per YouTube. La recitazione è invece di stampo amatoriale, motivo per cui ciò che si vede a schermo risulta poco credibile e/o troppo grottesco per non scadere nel ridicolo. Anche il montaggio è a tratti confusionario e sconnesso, ma lo spettatore occasionale potrebbe non farci caso. Uno degli aspetti migliori della pellicola è forse la fotografia, se non fosse per una sequenza in cui notte e giorno si alternano continuamente…
Eppure c’è qualcosa che funziona in questa pellicola. I più appassionati di cinema horror, in particolare del (sotto)genere slasher, apprezzeranno non poco “Winnie-The-Pooh – Sangue e miele”. Anche i più iconici slasher della storia del cinema nascono da budget irrisori e da registi amatoriali, e sono spesso film di bassissima qualità che hanno il merito di far divertire, di scandalizzare e, talvolta, di sorprendere. Nonostante i numerosi difetti ci sentiamo pertanto di dire che questa strana produzione appartiene ad un’altra epoca del cinema. Non un’epoca migliore, ma forse più pura.
Considerazioni finali:
“Winnie-The-Pooh – Sangue e miele” è una pellicola d’altri tempi, realizzata con mezzi artigianali e con fare amatoriale. Forte di una storia produttiva a dir poco interessante riesce a fare breccia nel cuore degli appassionati del genere e non; da un punto di vista tecnico è bocciato su tutta la linea, ma non poteva essere altrimenti. Al netto di tutto, il film gode di un concept base azzeccato ed intelligente che desta curiosità anche nello spettatore medio, motivo per cui è destinato a restare a suo modo iconico, anche grazie a qualche sequenza d’impatto particolarmente riuscita. A scaldare ancora più l’entusiasmo il fatto che è già stato annunciato ufficialmente un primo sequel, che vedrà tra i protagonisti anche Tigro; bisogna ammettere che quel “Winnie the Pooh tornerà” in calce ai titoli di coda (in pieno stile Marvel Studios) fa decisamente piacere!
Pro:
- Il concept base, stupido ma geniale. A conti fatti, l’idea di rivisitare i classici dell’infanzia in chiave horror è interessante e sulla carta vincente già in partenza. Vedremo se davvero nei prossimi anni si riuscirà a dare il via ad una nuova tendenza come sembra;
- Il design delle maschere di Winnie the Pooh e Pimpi, davvero inquietante per quanto comunque molto artigianale e “plasticoso”;
- Il coraggio del regista. Rhys Frake-Waterfield ci ha provato, tentando anche qualche (pessimo) guizzo registico e utilizzando addirittura un minimo di CGI in qualche momento. Da apprezzare!
Contro:
- Tutto il comparto tecnico. Il film è bocciato sotto ogni punto di vista.
Ecco a voi il trailer in lingua originale di “Winnie-The-Pooh – Sangue e miele”, ricondiviso dai canali ufficiali di Rotten Tomatoes:
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