Diffondendo malaria ed altre patologie, e causando così più di 830mila morti all’anno, le zanzare sono gli animali più letali del pianeta. Gli scienziati, però, potrebbero aver trovato un modo per limitare la letalità di tali insetti: controllare le loro “storie d’amore”.
Se siamo al corrente della pericolosità delle zanzare, ciò che ancora non sappiamo con certezza è come combatterle. La comunità scientifica, però, potrebbe aver individuato una nuova arma nella lotta contro la malaria. L’uomo, secondo gli scienziati, potrebbe controllare il loro accoppiamento per diffondere modifiche genetiche utili, che rendano le zanzare sterili o incapaci di trasmettere il virus della malaria. Tale idea, però, presenta una critica limitazione.
Per ora, infatti, non può che rimanere soltanto un’idea. Al momento è difficile, infatti, stabilire se tale teoria possa essere effettivamente praticata, poiché sappiamo davvero poco sul meccanismo di accoppiamento di questi insetti. Tuttavia, il procedimento finalizzato a comprendere meglio questa dinamica è già iniziato, con uno studio italiano, nato da una collaborazione tra l’Istituto dei Sistemi Complessi del Consiglio Nazionale delle Ricerche, l’Università Sapienza di Roma e l’Università di Perugia, e pubblicato sulla rivista Scientific Reports.
Per ottenere maggiori informazioni sulla dinamica di accoppiamento nelle zanzare, obiettivo di tale studio, i ricercatori sono partiti da quel poco che già conosciamo: “Sappiamo che questi insetti si accoppiano in volo – ha spiegato Roberta Spaccapelo dell’Università di Perugia, co-autrice dello studio – e che i maschi si associano in gruppi, sciami di centinaia di individui, per essere più visibili e attrattivi alle femmine”.
Partendo da questa nozione, gli scienziati hanno riprodotto sciami di zanzare in laboratorio. Irene Giardina di Sapienza e Isc-Cnr, anch’essa co-autrice della ricerca, ha illustrato come ci sono riusciti: “È stato un compito molto complicato. Abbiamo studiato questi sciami in gabbie molto grandi. Abbiamo così potuto analizzare la dinamica di volo delle zanzare evitando potenziali effetti sul comportamento dovuti allo spazio confinato di gabbie piccole”.
Le informazioni ricavate rendono tale studio un punto di riferimento per la comunità scientifica internazionale, e un punto di partenza per sviluppare nuove tecnologie per ridurre la popolazione di tali insetti e ridurre la loro pericolosità. Ha infatti spiegato Stefania Melillo di Isc-Cnr e Sapienza, co-autrice dello studio: “La novità più importante presentata nell’articolo è che siamo riusciti a documentare vari eventi di accoppiamento. Coppie di zanzare che volano insieme per un periodo di tempo che arriva anche a 15 secondi. Ma la cosa più stupefacente è sicuramente aver osservato e documentato la competizione nell’accoppiamento: più maschi che competono per accoppiarsi nello stesso momento con la stessa femmina”.
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