A partire dal 9 marzo la seconda parte della quarta stagione della serie “You“, composta da 5 nuovi episodi, è disponibile su Netflix. La prima parte, distribuita sulla piattaforma il 9 febbraio, aveva visto Penn Badgley tornare nei panni dello stalker omicida Joe Goldberg. Accanto a lui recita un cast completamente rinnovato… o quasi; come si evince già dal trailer, infatti, oltre a Charlotte Richie, Lukas Gage, Tilly Keeper, Amy Leigh Hickman, Tati Gabrielle, Ed Speleers e Ben Wiggins, nella seconda parte ha presenziato anche Victoria Pedretti.
Alle prese con Rhys, Joe è sempre più spaventato che la verità sul suo passato riemerga, compromettendo la sua nuova realtà. Mentre cerca una soluzione per abbandonare la sua doppia vita, è messo alla prova anche dal suo rapporto con Kate, la quale, in un modo o nell’altro, è sempre più oppressa dal padre, Tom Lockwood, rivale politico di Rhys. La situazione è sempre più asfissiante anche nella cerchia aristocratica di Joe, turbata dalla consapevolezza dell’esistenza di un “killer mangia-ricchi” e scossa dai propri rapporti interni. Mentre egli tenta di chiudere il vortice omicida in cui si trova coinvolto, il rapporto con Kate gli sembra l’unica possibilità di salvezza. La donna sarà davvero in grado di cambiare Joe per il meglio, o i mostri del suo passato torneranno nuovamente a condannarlo?
Con questa seconda parte si conclude la quarta stagione di “You“, con un finale che, nonostante l’attuale assenza di conferme ufficiali, sembra lasciare poco spazio per un eventuale proseguimento della serie. Lo sviluppo di Joe, avviato nella prima parte, finisce per prendere una direzione inattesa; se può sembrare più coerente con la psicologia del personaggio, in realtà si scontra con la sua costruzione precedente. Il dissidio interiore del protagonista, che ha persistito fin dalla prima stagione, si è sempre evoluto parallelamente ai suoi omicidi ed episodi psicotici; la sua costante era sempre stata la ricerca di un alibi, una giustificazione ad ogni sua azione, atteggiamento a tratti in linea con la sua psicopatia. Una chiusura di questo perpetuo conflitto sembrava impossibile sia a livello narrativo che a livello psicologico; il ritratto finale del personaggio, di conseguenza, si dimostra poco plausibile, forzato e non necessario.
Se “You” è sempre riuscita a mantenere gli spettatori con il fiato sospeso mediante diversi colpi di scena nel corso delle puntate, questa quarta stagione non è da meno. La prima parte della nuova stagione, infatti, si era conclusa con un’importante rivelazione, che negli episodi successivi viene trattata e approfondita. Anche in questi ultimi molte cose si scoprono, in particolare per quel che riguarda la puntata finale. L’obiettivo di lasciare i fan a bocca aperta, tuttavia, si riconduce ad un espediente narrativo fallace; ciò genera buchi di trama non indifferenti per quanto riguarda gli episodi precedenti. Se parte degli avvenimenti, analizzati dopo il finale, possono risultare accettabili nell’ottica di una sospensione dell’incredulità, altri restano semplici vittime di una scrittura scadente. Una maggiore cura ai dettagli avrebbe giovato ad un finale che, seppur minimamente più prevedibile, avrebbe avuto più senso narrativamente.
La quinta puntata sembrava aver chiuso la storia tra Kate e Joe, che tuttavia, come prevedibile, prosegue nella seconda parte. Il personaggio di Kate, come Joe, ha un’evoluzione importante nel corso della stagione; ricordiamo il conflitto con il padre e la difficoltà a reinventarsi al di fuori della sua ombra. Se il suo scarso spessore narrativo e la forzata chimica con Joe l’avevano penalizzata nella prima parte, qui assistiamo ad una maturazione molto carente. Il legame con il padre e con la parte di sé che lo richiama si rivela sconclusionato, mentre il rapporto con il protagonista, soprattutto sul finale, porta il suo personaggio a una totale deprivazione della propria identità e personalità. Tale annullamento trascende quello che, narrativamente, avrebbe potuto essere un semplice allontanamento da sé stessa, presumibilmente dovuto all’influenza di personalità narcisiste; il problema è proprio la scrittura debole e poco incisiva di Kate fin dalla sua introduzione.
Come menzionato anche per quanto riguarda la prima parte, il grande vantaggio di “You” rimane il ritmo degli episodi. I problemi narrativi della serie sono infatti parzialmente compensati dalle sue capacità di intrattenimento; il susseguirsi degli avvenimenti, i colpi di scena, il cambio di focus sui diversi personaggi, tutto mantiene un andamento scorrevole e intrigante. Ne è un chiaro esempio proprio questa seconda parte, dove il ritmo incalzante è alimentato anche dai sempre più frequenti monologhi o interventi interiori di Joe. Tale ritmo finisce però per essere penalizzato dalla trama, i cui problemi di fondo possono suscitare una perdita di interesse. Riuscendo ad ignorare, nei limiti del possibile, questi ultimi, si può comunque fruire di un prodotto di indubbio intrattenimento.
La seconda parte della quarta stagione di “You” non rispecchia le aspettative alimentate dai primi cinque episodi. La conclusione data al personaggio di Joe non risponde alle premesse del personaggio, conosciuto nel corso di tre stagioni; il colpo di scena finale, inoltre, crea degli importanti buchi di trama, compensati solo dalla volontà di stupire lo spettatore. L’espediente narrativo impiegato risulta dunque poco efficace a fronte di una scrittura scadente e poco minuziosa. Anche il personaggio di Kate subisce una conclusione deludente, che la priva della personalità che la prima parte aveva tentato di conferirle; questo si lega alla trama fino a un certo punto, finendo per eccedere nella totale mancanza di spessore del personaggio. Il vantaggio della serie è sempre il ritmo scorrevole e incalzante degli episodi, che tuttavia risente degli evidenti problemi della trama.
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