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Washington: cosa è emerso dall’incontro tra Zelensky e Biden?

di Lorenzo Peratoner

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Nella giornata di ieri, 21 dicembre 2022, si è svolto uno storico incontro tra Volodymyr Zelensky e Joe Biden; si tratta del primo viaggio all’estero del Presidente ucraino dallo scoppio della guerra del 24 febbraio. Partito dalla Polonia, Zelensky è stato scortato fino a Washington, dove ha incontrato il Presidente americano nello Studio Ovale e ha tenuto un discorso davanti al Congresso. Vediamo i dettagli, riportati da ANSA e TGCOM24.

Zelensky-Biden: le motivazioni dell’incontro

Tenuto nascosto per settimane, il meeting tra i due Capi di Stato sembra sia stato un successo. Non è la prima volta che si sono incontrati; l’ultima riunione faccia a faccia risale infatti al settembre 2021, quando si stava ancora profilando il rischio di una crisi militare con la Russia. Ora, invece, dopo 300 giorni di guerra, il popolo ucraino ha mostrato una feroce resistenza nei confronti dell’esercito invasore, soprattutto grazie ai cospicui aiuti militari americani.

Lo scopo principale dell’arrivo di Zelensky negli USA, infatti, potrebbe coincidere con la necessità di guadagnarsi il sostegno bipartisan del Congresso. Le file dei Democratici si sono sempre mostrate compatte sull’aiuto bellico all’Ucraina, rispetto invece ai tentennamenti dei Repubblicani; le recenti elezioni di Midterm, tuttavia, hanno consegnato una lieve maggioranza alla Camera proprio a questi ultimi, mettendo a rischio l’invio di ulteriori aiuti militari. In ogni caso, il Presidente ucraino è stato accolto da una standing ovation dai Parlamentari, a cui è seguito un discorso incentrato sulla resistenza del suo popolo:

“Sfidando ogni probabilità l’Ucraina non è caduta. L’Ucraina è viva e combatte”.

 

Ucraina

Biden (@Shutterstock)

 

Il discorso di Zelensky

Emozionato dalla standing ovation dedicatagli, il Presidente ucraino ha tenuto il suo discorso di fronte ai membri del Congresso americano. Zelensky ha così ringraziato gli USA per il loro supporto definito “essenziale” e per gli aiuti attraverso l’invio di armi che “non sono beneficienza ma un investimento nella sicurezza globale e nella democrazia”.

Il Presidente ha poi proseguito parlando della Russia, da lui definita Stato terrorista e ritenuta responsabile della guerra. Ha spiegato come i russi saranno liberi “solo quando sconfiggeranno il Cremlino nelle loro menti”, e poi ha aggiunto che la lotta continua e dobbiamo sconfiggere il Cremlino sul campo di battaglia.

Il leader dell’Ucraina ha infine ribadito che il popolo del suo Paese non si arrenderà, nonostante tutto:

“Fra pochi giorni è Natale. In Ucraina lo celebreremo anche a lume di candela, e non per romanticismo. Non abbiamo l’elettricità e molti non hanno l’acqua. Ma non ci lamentiamo. La luce della nostra fede illuminerà il Natale. Milioni di ucraini si aspettano la vittoria, solo la vittoria. Buon Natale e un buon anno nuovo vittorioso”.

Dagli USA arriveranno ulteriori aiuti militari

Dall’incontro diretto ZelenskyBiden è emerso come gli Stati Uniti abbiano deciso di consegnare all’Ucraina ulteriori aiuti militari per 1,85 miliardi di dollari. All’interno di questo pacchetto, inoltre, sono presenti i tanti ambiti missili di difesaPatriot“. Come riporta l’ANSA, dall’inizio del conflitto gli Stati Uniti hanno consegnato degli aiuti bellici, umanitari ed economici dal valore complessivo di ben 68 miliardi di dollari. Biden ha poi ribadito anche verbalmente il pieno sostegno alla causa ucraina:

“La Russia tenta di usare l’inverno come un’arma, ma gli ucraini continuano a ispirare il mondo con il loro coraggio e la loro resilienza. Sono 300 giorni di attacco brutale e ingiustificato, difficile da credere […] Non sarete mai da soli”.

Per quanto riguarda la pace, Biden ha sottolineato come Putin non sia assolutamente disposto a scendere al tavolo delle trattative; Zelensky, inoltre, ha espresso la piena fiducia per una vittoria sul campo dell’esercito ucraino, per una pace in cui non vi sia “nessun compromesso sulla sovranità, sulla libertà e sull’integrità territoriale del [suo] Paese“.

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