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Virgin Galactic raggiunge lo spazio: Italia prima “cliente”

di Cristian Castellini

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La compagnia di turismo spaziale Virgin Galactic ha appena concluso il suo primo volo commerciale, il quinto dopo quelli sperimentali. La missione partita dal New Mexico è stata speciale per noi, in quanto l’equipaggio è stato quasi interamente italiano. E non si trattava di singoli privati volenterosi di vivere un’esperienza nello spazio, ma di un’equipe di primo livello.

Italia prima “turista spaziale” della Virgin

Di pari passo con SpaceX di Elon Musk e Blue Origin di Jeff Bezos, il miliardario Richard Branson con il suo gruppo Virgin si è gettato nell’idea affascinante di superare l’atmosfera. Dopo che la NASA e le altre agenzie spaziali statali hanno permesso l’entrata di privati in questo ambito, il settore del turismo spaziale dopo lunghe sperimentazioni sta prendendo piede. E le opportunità fornite dalle compagnie emergenti sono utili anche ai fini della ricerca scientifica.

 

Equipaggio della missione Galactic01 (fonte: canale Youtube di Virgin Galactic)

 

I quattro italiani che hanno avuto l’onore (e l’onere, come vedremo) di partecipare al volo “Galactic01” sono stati Walter Villadei e Angelo Landolfi, colonnello e tenente colonnello dell’Aeronautica Militare, l’ingegnere e ricercatore del CNR Pantaleone Carlucci e Nicola Pecile, collaudatore di Virgin Galactic. Accompagnati dal comandante Mike Masucci e dall’istruttore Colin Bennett, i primi tre non hanno raggiunto gli 80 km di distanza dalla superficie terrestre per godere del panorama, bensì per svolgere 13 esperimenti. Sfruttando i 3 minuti di microgravità garantiti dalla spedizione, l’equipe italiana ha fornito dati sul funzionamento cardiaco e sull’attività cerebrale in quelle condizioni, oltre a test riguardanti altri ambiti scientifici (ANSA). Questi esperimenti sono stati commissionati tramite il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), dall’ospedale policlinico Maggiore di Milano oltre a alcune università e all’azienda privata T4i.

Costi e prospettive

La missione, seguita in live sul canale Youtube di Virgin Galactic, è durata circa 80 minuti, dal decollo all’atterraggio passando per la fase di microgravità. Il CNR e l’Aeronautica Militare non hanno reso pubblici i costi per far parte di questo volo spaziale, ma sul sito ufficiale della compagnia di sir Richard Branson la cifra per un biglietto è fissata a $450000, equivalenti a poco più di €412000 con il tasso di cambio attuale.

Considerando i tre membri dell’equipaggio arrivati dall’Italia, potrebbero essere stati spesi (non si ha la certezza a riguardo) circa 1 milione e 236 mila euro di soldi pubblici, senza contare spese per il trasferimento e l’alloggio negli USA. Questo naturalmente ha sollevato polemiche, senza però tener conto del fatto che la missione ha aperto un nuovo orizzonte per la scienza. Grazie alle compagnie private università e enti senza accesso allo spazio possono raggiungerlo, potenzialmente, sempre. Il piano di Virgin Galactic, infatti, è quello di garantire almeno una missione “turistica” ogni mese, dopo un secondo volo commerciale pianificato per agosto. E c’è da considerare anche che SpaceX, Blue Origin e altre compagnie stanno lavorando costantemente per garantire lo stesso servizio. Turismo spaziale, ma non solo.

Conclusioni

La nascita del turismo spaziale inevitabilmente apre questioni sull’impatto ambientale dei voli e soprattutto sull’utilità di questi ultimi. Se, come detto, rendere i viaggi oltre l’atmosfera una “normalità” è utile ai fini scientifici, il rischio è anche quello di aggiungere un altro piccolo tassello alle emissioni di gas che contribuiscono a accrescere l’effetto serra. Come tutto, l’apertura dello spazio ai privati ha i suoi pregi e i suoi difetti, e con il passare del tempo sapremo trarne un bilancio.

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