di Luca Paluzzi
Nel corso degli anni, abbiamo imparato che uno degli elementi più importanti nei videogiochi è la loro longevità. Molti sviluppatori infatti parlano di come i propri titoli vantino ore e ore di gioco. Ma quello che tante software house non riescono a fare è mantenere il proprio gioco popolare anche a distanza di anni. Vediamo insieme quali sono i fattori che permettono ad un titolo di avere tale longevità.
Videogiochi “decennali”, ma come?
Negli ultimi anni abbiamo visto come alcuni titoli siano riusciti a mantenere la loro popolarità anche a distanza di 10 anni dalla loro uscita. L’esempio più lampante è Grand Theft Auto V, l’ultimo capitolo della saga di Rockstar, rilasciato nel 2013 per Xbox 360 e PlayStation 3. Fin da allora, seppur con dei momenti in cui la playerbase ha avuto dei cali, il titolo è rimasto popolare.
Parliamo di ben tre generazioni di console: Xbox 360 e PlayStation 3, Xbox One e PlayStation 4 fino ad arrivare alle attuali Xbox Series X/S e PlayStation 5, posizionandosi addirittura al primo posto per le vendite del PS Store del mese di gennaio. Ovviamente, il titolo di Rockstar Games non è l’unico ad essere giocato a distanza di anni dalla sua uscita. Rust, Counter Strike: Global Offensive, Dota e Destiny 2 sono solo alcuni dei titoli meno recenti che ancora oggi hanno una fitta playerbase. Ma come riescono, dopo anni e anni dalla loro uscita, ad essere ancora così giocati e a non annoiare anche i fan con più ore di gioco?
I fattori per un’ottima longevità
I fattori che riescono a dare una vita così lunga ad un titolo sono numerosi, e si basano anche sulla natura del videogame stesso. I giochi elencati poco sopra sono infatti multiplayer, un fattore già importantissimo per la longevità. Ovviamente Grand Theft Auto V è un caso a parte, in quanto munito anche della sua storica campagna, anche se la maggior parte degli utenti oramai lo acquista per la parte online (mentre su PC spopola l’RP). Inoltre, grazie alla componente multiplayer, si creano vere e proprie community all’interno dei videogiochi, con numerosi giocatori che stringono amicizie durature. Insomma, un fattore a dir poco fondamentale.
Naturalmente non mancano eccezioni per il singleplayer: diversi giochi con alta rigiocabilità, come per esempio la trilogia di Dark Souls e Skyrim, sono tutt’oggi giocatissimi, seppur in maniera molto ridotta rispetto ai multiplayer. Un altro aspetto fondamentale è il supporto degli sviluppatori verso il proprio gioco. Riprendendo come esempio Destiny 2, parliamo di un titolo che a fine mese riceverà il suo sesto grande DLC, mentre ogni anno l’attesa tra le varie espansioni viene colmata con l’aggiunta di nuovi contenuti grazie al sistema a stagioni. In questo modo i fan avranno sempre qualcosa da fare all’interno del gioco.
Per concludere, non bisogna sottovalutare neanche la varietà di un titolo; la possibilità di cambiare le proprie build per provare continuamente un nuovo modo di giocare, partite sempre diverse, ma anche il semplice farming per ottenere gli oggetti più rari, sono fattori che riescono a mantenere un giocatore quasi dipendente dal titolo a cui sta giocando, anche per ore e ore.
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