Gaming

Videogiocatori cocainomani: la risposta di esperti e psicologi al senatore Cangini

La vicenda del senatore Cangini ha fatto scalpore nelle scorse settimane, animando il web e gli appassionati di videogiochi. Un servizio giornalistico che ha lasciato molti, tra videogiocatori e non, amareggiati.

L’intervista al TG1 e il libro scandalo “CocaWeb”

Le dichiarazioni del senatore Cangini contro il web ed il mondo dei videogiochi sono state a dir poco controverse. Arrivando a paragonare i videogiochi, ma anche il web in generale, alle droghe pesanti ed i videogiocatori a drogati senza speranza. Insomma, il solito attacco a videogiochi e web, che ancora oggi pochi comprendono realmente.

Il 12 aprile 2022, TG1 Diretta mandava in onda un servizio sul moderno rapporto dei giovani con le nuove tecnologie, dai social network ai videogiochi. Un approfondimento non particolarmente complesso, ciò che ha generato scompiglio però è stato l’intervento del senatore Cangini. Il politico di Forza Italia si trovava ospite del TG1 per presentare il suo libro CocaWeb, che tratta proprio del rapporto giovani/nuove tecnologie. Riassumendo il contenuto dell’intervista e forse anche del libro, l’uso del web, da social a videogiochi “Non può che degenerare in abuso”. Una dichiarazione che ha generato un brivido lungo le schiene di tutti gli appassionati e gli esperti del settore. Effetto che, fortunatamente, non ha tardato a produrre una risposta. Stavolta di psicologi “specializzati” proprio nei nuovi media e sui videogiochi, che hanno scelto di mettere per iscritto le proprie intenzioni.

 

videogiocatori (@screen youtube)

La risposta: lettera al Senatore Cangini

Un gruppo di psicologi interessati all’argomento ha pubblicato, in questi giorni, una lettera indirizzata al senatore Cangini. La lettera, a cui diversi esponenti del settore hanno aderito, è originariamente firmata dalla psicoterapeuta Viola Nicolucci, dal giornalista Mario Petillo e dal professore Francesco Toniolo. Giusto per avere un’idea di chi siano queste personalità che hanno deciso, come si dice, di “metterci la faccia”.

Ma torniamo al contenuto della lettera indirizzata al senatore Cangini. L’intento non è di per sé quello di smontare le affermazioni del politico, azione comunque necessaria, ma proporre un dialogo ed un confronto. D’altronde si sa, come in tutte le categorie di persone, tra i videogiocatori ci sono anche violenti e privi di raziocinio.

Dopo un riassunto delle dichiarazioni, la lettera cerca di aprire una discussione facendo notare alcuni punti critici delle dichiarazioni rilasciate nell’intervista. Viene scritto che le informazioni trasmesse sono eccessivamente generalizzate e mancano i dati necessari, rischiando di generare un allarmismo infondato. Sottolineando come i canali di informazione ed alcuni esponenti più defilati della politica contemporanea spesso ne cavalchino l’onda per qualche visualizzazione in più. Questi esperti del settore mettono anche in guardia su come questo ciclo possa generare così un stigma per i giovani ed i videogiochi. Niente di nuovo sotto il sole per noi appassionati.

 

videogiocatori (@screen google doc)

Il web, i videogiocatori ed i dati

Altro grande argomento di discussione a cui il senatore Cangini si è dedicato, è la funzione della Dopamina, indicata spesso come la molecola del piacere. La Dopamina, in breve, è un neurotrasmettitore, una “sostanza”, che serve a trasmettere gli impulsi da e verso il cervello, associati ad attività piacevoli. La Dopamina però, secondo Cangini, entra in gioco anche quando si tratta di consumo di droghe.

Nella lettera di risposta, gli esperti chiariscono, con i dati di riferimento, il funzionamento di questa molecola. La Dopamina viene rilasciata quando un videogiocatore vede i risultati delle sue azioni come soddisfacenti attivando anche una forma di apprendimento. Per chi se lo stesse chiedendo, anche un Game Over in Dark Souls può rilasciare Dopamina, come forma di soddisfazione alla fine di una scontro. Almeno per la prima decina di morti, le successive potrebbero produrre effetti indesiderati come il lancio spontaneo del pad verso una parete.

Quello che però viene omesso nell’intervista, è la differenza nel rilascio di Dopamina tra videogiochi ed uso di droghe. Secondo le ricerche, la Dopamina rilasciata durante una sessione di gioco aumenta del 100%, mentre una droga come la metanfetamina aumenta il rilascio del 1000%. Una proporzione smodata per l’uso di sostanze stupefacenti, che proprio per l’elevata quantità prodotta concorre a generare quella che viene definita “dipendenza”. Elemento critico che quindi non interviene nell’uso dei videogiochi, a patto che non ci siano altri fattori di rischio già presenti. Come una fragilità emotiva dovuta a problemi nella vita privata della persona.

 

Gamer (@Shutterstock)

Le conclusioni e l’apertura al dialogo su videogiocatori e web

Videogiochi e web, due media incolpati spesso e ripetutamente di essere la causa di stragi e sparatorie in giro per il mondo. Solo perché i carnefici, spesso vittime della società a loro volta, hanno in casa una copia di GTA5 o di Call of Duty. Questi ultimi sono infatti alcuni dei titoli più diffusi tra tutte le piattaforme di gioco. Riprendendo quanto detto dalla lettera, va sottolineato come questa coincidenza di fattori sia da considerare come tale, in quanto i punti problematici sono spesso altri. Quelle problematiche e quelle sofferenze del quotidiano che lentamente logorano le persone ed a cui nessuno, purtroppo, fa abbastanza caso.

Come spiegato nella lettera, l’OMS ha chiesto l’inserimento dell’Abuso di Gaming come patologia, ma anche avviato la campagna #PlayAPartTogether, per promuovere la socializzazione on line. Mostrando un’apertura epocale sull’argomento, non solo a favore dei videogiocatori, ma anche per i neofiti del web.

Si può parlare anche di un particolare traguardo raggiunto nel 2020. La Food and Drug Administration ha approvato l’uso terapeutico di un videogioco per il Disturbo da Deficit dell’Attenzione/Iperattività. Endeavor Rx è diventato così il primo videogioco usato come medicina digitale.

La lettera conclude spiegando che “Spegnere il web non cancellerebbe il disagio giovanile”. Togliere il web ai giovani, senza dare una reale alternativa sarebbe ancora più pericoloso degli stessi effetti che preoccupano il senatore Cangini. Per i giovani l’importante è il dialogo ed affrontare le problematiche a loro care in maniera diretta ed efficace. Richiesta fatta anche al senatore Cangini sull’argomento trattato.

Essere videogiocatori, dovrebbe essere considerato, per sé stessi, un vanto ed una passione degni di tale nome. A prescindere da quando avete iniziato a giocare, se su un Commodore 64 o su una PS5, dovreste esserne fieri. E ricordate di affrontare sempre la vita cosi come affrontate i vostri videogiochi preferiti: con cuore e attenzione, “pad alla mano”.

 

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Michele Messina

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