Venezia (@Shutterstock)
È di qualche giorno fa la notizia dei numerosi “ambientalisti” che hanno macchiato di verde numerosi corsi d’acqua in tutta Italia per protestare contro il cambiamento climatico e le dichiarazioni rese alla COP28. Tra le città più colpite, abbiamo Venezia, dove l’intero Canal Grande (il canale principale della città) è stato colorato di verde. Assieme a Venezia, altre città sono state colpite: Torino, Milano, Roma e Bologna, e in tutte queste, fiumi e canali, sono stati presi di mira con colore verde.
La questura di Venezia ha deciso di utilizzare provvedimenti molto forti contro questi “ambientalisti”: 28 portati in questura, e denunciati per “interruzione di servizio pubblico”, visto il blocco dei vaporetti per circa un’ora. Oltre all’interruzione di pubblico servizio, agli ambientalisti viene contestata anche la manifestazione non preavvisata e lo sversamento di sostanze pericolose. A ciascuno di essi verrà anche inflitta una multa di 1250 euro, per un totale di 35 mila euro.
Inoltre, per 3 dei 48 manifestanti, come riportato da TGCOM24, è stato disposto il daspo di 48 ore (misura prevista dalla legge italiana nata al fine di impedire aggressioni violente nei luoghi degli avvenimenti sportivi), e per 5 il foglio di via obbligatorio di 48 mesi, che equivale a un divieto di entrare a Venezia per 4 anni.
Tra le parole del movimento degli ambientalisti, troviamo attacchi alla questura:
“Denunce completamente pretestuose, che non hanno nessun legame con i fatti realmente commessi. Denunce notificate indiscriminatamente a tutte le persone identificate”.
Tra le persone portate in questura vi era infatti anche un turista, che si trovava a Venezia per due giorni, e quattro persone dell’ufficio stampa, compresi i fotografi e videomaker. A eccezione del turista, tutti gli altri sono stati denunciati per gli stessi capi d’accusa degli ambientalisti.
Inoltre, gli stessi ambientalisti sottoposti a fermo, hanno affermato come i materiali impiegati non siano inquinanti:
“Non nuoce ad ambiente, persone e animali e in massimo 48 ore si disperderà”.
Il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro ha condannato fermamente l’azione, attraverso un post sui social:
Anche Luca Zaia, presidente della Regione Veneto ha fermamente condannato l’attività ambientale tenuta. Egli, come il sindaco veneziano, ha pubblicato un post sul Social X, denunciando la vicenda e condannandola:
E tu cosa ne pensi di queste pene inflitte? Sono giuste? Oppure sei d’accordo con i manifestanti? Faccelo sapere con un commento!
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