Attualità

Vaticano: ecco la “Dignitas Infinita” sulla dignità umana; no all’aborto e alla maternità surrogata

Nella giornata di oggi il Dicastero per la dottrina della fede (ex Sant’Uffizio) ha pubblicato la dichiarazione “Dignitas Infinita” circa la dignità umana. Si tratta del risultato di un lungo e indefesso lavoro durato cinque anni, e costellato da continue bozze, revisioni e rifacimenti, fino ad arrivare all’attuale versione, approvata da Papa Francesco il 25 marzo.

“Dignitas Infinita”: la genesi del testo e la sua struttura

L’idea alla base di questa dichiarazione sorse nel corso di un congresso, tenutosi il 15 marzo 2019, del Dicastero per la dottrina della fede, avviando così “la redazione di un testo evidenziando l’imprescindibilità del concetto di dignità della persona umana all’interno dell’antropologia cristiana e illustrando la portata e le implicazioni benefiche a livello sociale, politico ed economico, tenendo conto degli ultimi sviluppi del tema nell’ambito accademico e delle sue ambivalenti comprensioni nel contesto odierno“.

Il testo in questione si compone di una presentazione, un’introduzione e quattro parti in totale; le prime tre, fondamentalmente, forniscono una cornice di concretezza e significato alla parola “dignità”, partendo dai fondamenti biblici e dall’evoluzione della filosofia cristiana, giungendo infine ai tempi più recenti con la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, pubblicata dall’ONU nel 1948.

La quarta parte, invece, affonda in pieno nell’attualità, delineando quelle che, secondo la Chiesa, rappresentano le più gravi violazioni della dignità umana. La Dichiarazione in questione si avvale direttamente della costituzione pastorale “Gaudium et spes“, uno dei documenti cardine del Concilio Vaticano II, che nel capitolo I delinea tutte quelle azioni contrarie alla dignità umana:

“Tutto ciò che è contro la vita stessa, come ogni specie di omicidio, il genocidio, l’aborto, l’eutanasia e lo stesso suicidio volontario. Tutto ciò che viola l’integrità della persona umana, come le mutilazioni, le torture inflitte al corpo e alla mente, le costrizioni psicologiche. Tutto ciò che offende la dignità umana, come le condizioni di vita subumana, le incarcerazioni arbitrarie, le deportazioni, la schiavitù, la prostituzione, il mercato delle donne e dei giovani, o ancora le ignominiose condizioni di lavoro, con le quali i lavoratori sono trattati come semplici strumenti di guadagno, e non come persone libere e responsabili”.

La pena di morte e le altri questioni di stretta attualità

La Dichiarazione si sofferma altresì sul tema della pena di morte, la quale è fortemente biasimata riconoscendo che “il fermo rifiuto della pena di morte mostra fino a che punto è possibile riconoscere l’inalienabile dignità di ogni essere umano e ammettere che abbia un suo posto in questo mondo. Poiché, se non lo nego al peggiore dei criminali, non lo negherò a nessuno, darò a tutti la possibilità di condividere con me questo pianeta malgrado ciò che possa separarci”.

Il testo termina descrivendo la posizione della Chiesa su alcune questioni fondamentali, di estrema attualità, che sono state oggetto di continue discussioni nel corso del magistero di Papa Francesco: la guerra, il travaglio dei migranti, la tratta delle persone, abusi sessuali, le violenze contro le donne, aborto, maternità surrogata, l’eutanasia ed il suo suicidio assistito, lo scarto dei diversamente abili, teoria del gender, cambio di sesso, violenza digitale.

“Dignitas Infinita”: il problema della povertà

Rifacendosi al pensiero di Giovanni Paolo II, “una delle più grandi ingiustizie del mondo contemporaneo consiste proprio in questo: che sono relativamente pochi quelli che possiedono molto, e molti quelli che non possiedono quasi nulla. È l’ingiustizia della cattiva distribuzione dei beni e dei servizi destinati originariamente a tutti“. Si tratta di un’opinione condivisa altresì dai magisteri più recenti, da quello di Benedetto XVI fino a Francesco: “è aumentata la ricchezza, ma senza equità, e così ciò che accade è che “nascono nuove povertà”. Quando si dice che il mondo moderno ha ridotto la povertà, lo si fa misurandola con criteri di altre epoche non paragonabili con la realtà attuale”.

Gli abusi sessuali e le violenze sulle donne

“Ogni abuso sessuale lascia profonde cicatrici nel cuore di chi lo subisce: costui si sente, infatti, ferito nella sua dignità umana“. Il riconoscimento della gravità di questo gesto si inserisce nella consapevolezza della presenza, anche all’interno della Chiesa, di “pecore nere” che macchiano e ostacolano la missione etica del Vaticano: “Tale fenomeno è diffuso nella società, tocca anche la Chiesa e rappresenta un serio ostacolo alla sua missione“.

In merito alle violenze sulle donne, la Dichiarazione si sofferma sulla diseguaglianza di genere, presente anche nei Paesi “maggiormente sviluppati e democratici“, passando infine per il femminicidio: “Vi invito a lottare contro questa fonte di sofferenza chiedendo che si promuova una legislazione e una cultura di ripudio di ogni forma di violenza“.

Aborto, maternità surrogata, eutanasia e suicidio assistito

Il magistero ecclesiale ha espresso la propria contrarietà verso l’aborto, motivando la sua posizione con queste parole:

la dignità di ogni essere umano ha un carattere intrinseco e vale dal momento del suo concepimento fino alla sua morte naturale. Proprio l’affermazione di una tale dignità è il presupposto irrinunciabile per la tutela di un’esistenza personale e sociale, e anche la condizione necessaria perché la fraternità e l’amicizia sociale possano realizzarsi tra tutti i popoli della terra“.

Opinione analoga nei confronti della maternità surrogata, per cui si verificherebbe una “oggettificazione” del bambino:

“la via della pace esige il rispetto della vita, di ogni vita umana, a partire da quella del nascituro nel grembo della madre, che non può essere soppressa, né diventare oggetto di mercimonio. Al riguardo, ritengo deprecabile la pratica della cosiddetta maternità surrogata, che lede gravemente la dignità della donna e del figlio. Essa è fondata sullo sfruttamento di una situazione di necessità materiale della madre. Un bambino è sempre un dono e mai l’oggetto di un contratto. Auspico, pertanto, un impegno della Comunità internazionale per proibire a livello universale tale pratica”.

Delle pratiche che, in maniera simile all’aborto e alla maternità surrogata, violerebbero la dignità della persona sono l’eutanasia e il suicidio assistito:

“La vita umana, anche nella condizione dolente, è portatrice di una dignità che va sempre rispettata, che non può essere perduta ed il cui rispetto rimane incondizionato. Non esistono infatti condizioni mancando le quali la vita umana smette di essere degnamente tale e perciò può essere soppressa: «la vita ha la medesima dignità e lo stesso valore per ciascuno: il rispetto della vita dell’altro è lo stesso che si deve verso la propria esistenza»”.

Sottolineiamo che l’articolo in questione ha estrapolato una serie di citazioni raccolte direttamente dalla Dichiarazione “Dignitas Infinita“; tuttavia, per avere un quadro di insieme più completo e dettagliato, e che vada a toccare tutte le altre questioni qui non descritte, vi invitiamo a leggere direttamente il testo, pubblicato dalla sala stampa della Santa Sede.

Fonti: Dichiarazione “Dignitas Infinita”

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Lorenzo Peratoner

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