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USA, insegnante punita per non aver usato pronomi corretti viene risarcita con $95mila

di Gianmichele Trotta

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Accade in Kansas, USA, la vicenda che vede protagonista l’insegnante di matematica Pamela Ricard. Nell’aprile del 2021 la scuola per cui lavorava aveva punito la donna per aver rifiutato di utilizzare i pronomi corretti con gli studenti che ne richiedevano l’utilizzo. Dopo quasi un anno e mezzo vince la battaglia legale per le sue convinzioni, ricevendo un risarcimento dal distretto scolastico pari a 95mila dollari.

La sospensione

Era il 7 aprile 2021 quando Pamela Ricard, all’epoca insegnante di matematica presso la Fort Riley Middle School in Kansas, si è resa protagonista della vicenda. Era una giornata scolastica come tante quando, a un certo punto della lezione, per richiamare l’attenzione di una sua allieva, la chiamò con l’appellativo “miss”. Al termine della lezione un altro studente inviò una mail all’insegnante per comunicarle che l’allieva ora si faceva chiamare con un altro nome e usava pronomi diversi.

La lezione seguente, però, l’insegnante continuò a chiamare l’allieva con il suo cognome e i suoi pronomi biologici, noncurante della scelta della ragazza. Così l’allieva, frustrata, uscì dalla classe lasciando un bigliettino sulla cattedra dell’insegnante. “I miei pronomi sono lui/loro comunque” si legge nella nota riportata dal The Washington Post.

Successivamente, la Ricard venne sospesa per 3 giorni e al suo rientro ricevette anche un rimprovero formale scritto. Qui le si comunicava di aver trasgredito almeno 3 politiche del distretto scolastico. La docente, però, non era d’accordo con l’azione disciplinare; fece appello per ben 3 volte, sostenendo di non aver violato nessuna politica, ma ogni volta venne respinta.

La sentenza negli USA

A maggio un giudice ha stabilito che la Ricard, all’epoca dell’accaduto, poteva chiamare gli studenti col nome legale a prescindere da come si facevano chiamare in classe. Solo lo scorso ottobre, infatti, il consiglio del distretto scolastico ha promulgato la politica secondo cui gli insegnanti devono chiamare gli studenti con i nomi e pronomi utilizzati da loro in classe.

Il processo si è concluso, infine, lo scorso mercoledì, con un risarcimento alla docente pari a 95mila dollari. Parte del processo è anche l’accordo di rilasciare, da parte dei funzionari scolastici, una dichiarazione in cui si afferma che la Ricard era in “regola senza alcuna azione disciplinare contro di lei al momento del suo congedo a maggio“. La donna ora si è trasferita in un’altra scuola. Tuttavia, a quanto sostiene, i motivi di questa scelta non dipendono dalla causa in atto.

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